La Critica Politica - anno IV - n. 11 - 25 novembre 1924

470 LA CRITICA POLITICA cessaria condizione perchè la coscienza dell'uomo, negandosi ancora una volta come coscienza del cittadino, si affermi come la vera coscienza universale nell'Umanità, come volontà umana assolutamente etica e razionale, o sia libera. Questo significa il processo dell'Idea, processo immanente, processo della stessa coscienza dell'uomo. In Hegel lo svolgimento dell'Idea s'arrestava allo Stato, anzi, abbiam visto, non giungeva nemmeno la coscienza dell'uomo a farsi coscienza dello Stato, perchè questo Stato non poteva essere il vero Stato etico, o sia la ,Nazione - ma che significa quest'arresto? L'Idea s'afferma ancora, sopra lo Stato, come Spirito assoluto, ma s'afferma nel vuoto, perchè non poggia più sulle ferme fondamenta della coscienza; l'Idea, svoltasi i~manente al1' uomo come autocoscienza, d'un tratto gli si fra trascendente come un inafferrabile Spirito del mondo, perchè non è più coscienza assoluta, coscienza dell'uomo intero come coscienza del mondo. Tutto il sistema sembra in pericolo, mancandogli quest'ultimo anello che si saldi, senza possibilità di disgiunzione, col primo da cui è mosso lo svolgimento; perchè lo sviluppo, che tendeva all' inveramento della coscienza dell'individuo nella coscienza universale, o sia nella coscienza dell'assoluto etico e razionale, non è compiuto per intero. L'uomo si faceva cittadino nello Stato, come volontà dello Stato, ma ritornava ad essere individuo, e la sua volontà ricadeva nell'arbitrio, nel1' umanità 1 Ecco la contraddizione che occorreva risolvere per proseguire nello svolgimento fino all'Idea assoluta (1). Se non si afferra la necessità di questo passaggio, non si può sostenere più nulla del sistema di Hegel. Il grande filosofo non l'aveva veramente atterrato quest'ostacolo che ben avvisò, ma aveva spiccato un salto dinanzi ad esso, perchè gli era necessario compiere il sistema nell'unità assoluta, e logicamente, giacchè il pro- , cesso di svolgimento della coscienza come autocoscienza è unico e ideale, o sia non ritnangono separati i gradi dello sviluppo con una esistenza per sè e cronologica, ma invece essi costituiscono la vera processualità dell'atto, nella perfetta pienezza dell'immanenza d'ogni valore allo spirito (2). ·Aprile 1924. RODOLFO MORANDI (1) Per questo è sembrato che Hegel non r,i.ggiungesse la piena immanenza, ma s'involgesse ancora la sua filosofia in un residuo di teologismo trascendente. (2) e: L'eticità - egli scrive - è lo spirito divino insidente nell'autocoscienza, nella sua presenza reale, in quella di un popolo e degli individui di esso>. Enc .• § 552, nota. E cosl si compie questo idealo processo: e: Ma lo spirito pensanj:e nella storia universale, - poichè insieme ha cancellato quelle limitatezze degli spiriti dei popoli particolari e il suo proprio carattere terreno -, conquista la sua universalità concreta e si eleva al sapere dello Spirito assoluto, come della verità eternamente reale, nella quale la ragione conoscitrice e libera per sè, e la necessità,. la natura e la storia sono gli strumenti della. rivelazione e dell'onore dello Spirito>. Enc., § 552. Cfr. Phil. d. Gesch., I, pag. 135 e IV, pag. 937-8. Procurate abbonati alla CRITICA per il nuovo anno. Fatela penetrare nei Circoli di lettura) n-elle Biblioteche. Fate abbo·nare i vostri amici. ' ,-- BibliotecaGino Bianco

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