L'ASSOCIAZIONE DEI COMBATTENTI 303 Complessa condizione sentimentale battezzabile anche colla solenne denominazione di anima nuova sorta dalia guerra, ma che doveva in seguito risolversi .in un fuoco di paglia. I DIRIGENTI PICCOLO-BORGHESI· Quelli che però dalla guerra non avevano appreso nulla erano i reduci della piccola borghesia meridionale. Individualisti, senza educazion,e politica, o ritornavano tranquillamente alle loro occupazioni dell'anteguerra, e fra questi erano i migliori, o presi dal demone della vita pubblica proclamavano in tutti i toni la loro maturità a governare il paese, e innalzavano per la prima volta il fantoccio impagliato del Rinnovamento, a cui attribuivano misteriose virtù taumaturgiche, lo portavano in processione dinanzi alle masse pronte a seguire perché non ancora dimentiche della disciplina militare. (Non si vogliono fare critiche apassionate in sede storica: è probabile che anche lo scrivente si sia trovato allora nelle identiche condizioni spirituali di tutti gli altri reduci) . .: Questa inconsistenza ideale di giovani dai 25 ai 35 anni si spiega molto più facilmente di quel che non sembri a prima vista. ' E superfluo ricordare che la guerra non poteva racchiudere in se alcun germe rigeneratore della nostra fantasia o della nostra volontà. I poeti futuristi intervenuti, contrariamente alle loro speranze non hanno per nulla accresciuto il loro patrimonio di sensazioni e di immagini (le conquiste onomatopeiche del Zang- , zang, Tumb-tumb sono del 1912); i libri dei ricordi dei reduci ricalcano la prosa dei corrispondenti di guerra che avevano ricevuto impressioni di trincea a 30 kilometri dal fronte. In fondo la guerra era una cosa abbastanza monotona anche dal punto di vista pittorico, salvo qualche interessante effetto di razzo austriaco o di pistola Very. Le trinceresche impressioni di colore di .G. A. Sartorio informino. Dal punto di vista morale : chi era un galantuomo é rimasto un galantuomo. È un po' difficile che la guerra ne abbia sfornato dei nuovi. L'eroismo ha accomunato consapevoli del sacrificio e avventurieri avidi di rischiare come in una partita a poker. Il così detto artista, l! ufficiale abile nel saperle contare al superiore, era un tipo non ignoto in trincea. Nei comandi di reggimento, di brigata, di divisione fiorivano le cricche e gli intrighi, e tutte le manifestazioni di miseria spirituale d' un consiglio comunale di villaggio, per le proposte di medaglie, per il passaggio ad effettivo o per l'assegnazione del comando di una compagnia mitragliatrici o d' un plotone zappatori. Molti di coloro che nell'adempimento silenzioso del proprio dovere caddero in un assalto o nella difesa disperata d' una trincea, non furono onorati d' uno straccetto d'azzurro perché era criterio comune nei comandi pensare anzitutto ai vivi. Ad ogni modo, pur con le sue miserie, con i nuovi d<;>loric, on i suoi mirabili esempi di sacrificio, nessuna virtù di palingenesi ebbe, nè poteva avere 1a guerra. Gli ufficiali che già si erano formati una cultura ed una vita morale ritornarono con la vecchia mentalità ; quelli che erano venuti su durante il conflitto, abbandonarono l'esercito con un oscuro bisogno di comandare e di obbedire, senza alcuna direttiva precisa, e divennero in seguito gli squadristi di tutte le camicie di tutti i colori. I primi divennero i presidenti delle associaBiblioteca Gino Bia co
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