La Critica Politica - anno IV - n. 3 - 25 marzo 1924

132 LA CRITICA POLITICA gnorie; in questo insopprimibile desiderio di libertà, inteso come il bisogno spirituale di non subire un giogo qualsia.si, neppure dello Stato; .sono in quella aspirazione dell'ani~a italiana onde uscirono i versi del Petrarca·; Libertà dolce e disiato bene Mal conosciuto a chi talor no 'I perde. GIOVANNI PETRACCONE L'IMPOSTA SUI REDDITI AGRARI/ Il Governo comincia a rendersi conto della impopolarità di questa imposta, e giudicando dei suoi effetti sotto un aspetto elettorale si t affrettato a scaricare la responsabilità della nuova imposta sull' on. Meda e sul partito popolare, attribuendo loro il merito di avere ideato e proposto l'estensione· della R. M. ai redditi agrarii dei proprietarii e dei coloni. Nel tempo stesso, spiegando il malcontento con la propaganda subdola dei suoi- avversarii e con errori co,nmessi dai funiionarii negli accertamenti, ha fatto invito ai Sindaci di segnalare le eventuali agitazioni per dar modo ai Prefetti di inviare sopraluogo appositi incaricati per ricondurre la serenità fra le popolazioni. In ossequio a queste disposizioni ,notti Sindaci hanno pubblicato dei ·manifesti, invitando fra l'altro i contadini che si reputano tassati per una somma eccessiva a presentare i loro reclami all'Intendenza di Finanza, che si riserva di .esaminarli benevolmente. I comunicati ufficiosi e i manifesti dei sindaci non spostano i termini della questione. Risalga o meno alPon. Meda la responsabilità di aver ideatt> la nuova imposta anche per qflanto si. ri/ erisce ai contadini, ciò ha ben poca importanza ; il fatto è che chi ha attuato l'imposta è stato l' on. De Stef ani e quindi a lui spetta la responsabilità politica del provvedimento. L' imposta è stata · accertata tumultuariamente dai funzionarii locali, perchè così imponevano i termini brevissimi loro assegnati, e l'accertamento è stato fatto sulla scorta delle tabelle predisposte dal Ministèro delle Finanze e delle disposizioni regolamentari, in cui è tassativarnente detto che nell'applicare il tributo alle /amiglie coloniche si deve aver riguardo al reddito del podere e non al numero delle. persone che concorrono a produrre questo reddito. L' errore politico e tecnico è proprio in questa disposizione regolamentare e nelle tabelle compilate dal Ministero e apparse vangelo ai funzionarii delle impo-. ste. Là dove le Commissioni locali nel giudicare sui reclami non si sono attenute alle tabelle, gli Agenti si sono appellati alle Commissioni provinciali,, e queste hanno cassato le decisioni delle Commissioni locali accettando gli accertamenti delle agenzie. Le correzioni degli errori individuali commessi nel tumultuario accertamento non possono cambiare la situazione, perchè il malcontento non è li~ mitato a qualche contribuente, ma i generale. I contadini non accolgono l'invito a reclamare individualmente, e non pagano, attendendo che con un Decreto l'imposta passi per intero a carico dei padroni, -già colpiti per lort> conto. Al ricevimento degli avvisi della Esattoria si a/frettano a rinviarli at Comune o all'Esattore. Oggi un provvedimento, che dimezzasse l'imposta· sarebbe forse inefficace anch'esso : pochi mesi fa sarebbe stato accolto corr • • rassegnazione quasi ovunqu,. Al ministro De Stefani spetta la responsabilità politica del provvedimento,_ ma la vera colpevole è l'alta burocrazia romana che ignora totalmente le reali condizioni dei contadini e la loro mentalità; l'on. Serpieri nel discorso di Bologna ha annunciato che "il Governo non rifiuta di prendere in 6same talune modalità di esazione dei tributi, che meno si adattano alla mentalità e alle abitudini degli agricoltori,, e forse alludeva a questa imposta sui contadini. Ma non sarebbe stato meglio che l'alta burocrazia di Via Quintino Sella avesse tenuta presente questa mentalità fin dal gennaio del 1923,quando lanciò il suo Decreto f.' Biblioteca Gino Bianco .

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