130 LA CRITICA POLITICA sola aspirazione è l'indipendenza e l'autonomia, sia dall' Imperatore contro cui si alleano col papa, sia da questo medesimo quando hanno vinto l'impero. Rafforzate le autonomie comunali sorgono le lotte nell' intern·o delle città: ed ecco l'avvento dél podestà scelto dai cittadini per contener le fazioni ; ed ecco il dissidio dei guelfi e dei ghibellini. Al podestà che instaura il suo potere in "m~zzo alle divisioni, succede il principe ; ma anche questi, a sua volta, non sogna che di essere indipendente, mentre ogni città teme le altre vicine come delle possibili rivali e dominatrici onde le continue guerre fra esse. Di qui la necessità di rivolgersi ai condottieri di truppe mercenarie, come una volta esse si rivolgevano all' imperatore od al papa ; e poi ancora ai signori scacciati per sottrarsi al giogo dei condottieri divenuti tiranni. L'idea conduttrice di tutta la storia d' Italia starebbe perciò in questa ininterrotta aspirazione dei Comuni, delle Signorie, degli Stati a conquistare la propria indipendenza : l' italiano, popolo individualista p.er eccellenza, non ha potuto mai durante tutta la sua lunga storia, adattarsi ad esser dominato nè dallo straniero nè dal suo stesso vicino. Contro lo straniero ha chiamato, in difetto di forza, l'altro straniero ; contro il vicino il capitano di ventura, salvo poi a restar vittima nell'un caso come nell'altro. . Così la casa di Savoia ingranditasi a poco a poco, con abilità e con destreggiamenti, si trovò un bel giorno ad essere. a capo del Regno d' Italia, m~ anche questa volta lo straniero non potè esser cacciato se non coll'aiuto dello straniero. Nell'ora suprema in cui l'Italia agonizzava dopo trecentocinquanta anni, un liberatore si offrì a tentare l' ultima· carta, rischiò tutto e vinse. L'allegrezza fu così grande che nessuno si accorse che i Savoia in r~altà, ricominciavano il vecchio gioco dei condottieri o dei podestà. E qui ci sembra opportuno cit~re integralmente il Maurel pel quale il termine finale del processo in isviluppo dovrà essere la federazione repubblicana auspicata già dal Ferrari : < La volontà dell'Italia non è d'esser guelfa o ghibellina sotto dei signori, ma di essere indipendente e libera. Indipendente cioè liberata dallo straniero : se i Napoleoni non hanno ricevuto tutta la gratitudine che s'aspettavano, è perchè essi erano lo straniero, quello che si chiamò tante v_olte per liberarsi, ma a cui non si vuol rimanere soggetti : l'Italia del XIX secolo aveva paura dell' impero francese. Libero, vale a dire godente le proprie municipali franchige, al più provinciali, senza alcun legame tra i comuni altro che un legame federativo. Il Nord è stanco di lavorare per il Sud. Genova disprezza Venezia dall'alto della sua grandezza ritrovata, Firenze non cessa di contemplarsi, con un sorriso dispregiante, nei capolavori di cui essa à inondata la Roma antica. L' unità ha potuto esistere tra tutte le città nel momento in cui si dovettero scuotere iz .due gioghi. Ciò fatto l'Italia vuol continuare ·la sua via e conqui- ~ Biblioteca Gino Bianco
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