La Critica Politica - anno IV - n. 1 - 25 gennaio 1924

... SUCCESSIONE FASCISTA 11 ormai notorio e, in qualche modo, anche confessato che nè l'uno nè l'altro obiettivo è stato neanche lontanamente raggiunto : il deficit del bilancio non diminuisce, nella migliore ipotesi, che con ritmo normale non cala il debito pubblico, non si contrae l'emissione dì carta moneta, non si riducono le spese, non si restringono le importazioni, non si rivalutano nè il dollaro nè la sterlina ecc. ecc. Tutto ciò· è ormai di nozione comune e, oltre ad aver avuto il risultato generico di spengere moltissimi ·degli entusiasmi della prima ora, ha anche avuto una conseguenza specifica: quella di mettere in luce il contrasto di ittteressi, mar~atissimo, che è fra la grossa borghesia, che minoranza, ha monopolizzato il fascismo, e le classi della borghesia media e piccola che, pur essendovi la maggioranza, sono state < messe--dentro > e giocate. Questo elemento è di importanza· decisiva. È infatti, inammissibile, dato il peso specifico che ha la piccola borghesia nella società italiana precapitalistica e analfabeta, data la parte rilevantissima che i ceti piccolo-borghesi hanno avuto nel fascismo, che uno spostamento nello spirito pubblico avvenga senza che esso investa la generalità delle classi medie; ed in realtà è proprio in questo, e più specialmente nei ceti intellettuali, che già si avvertono, chiarissimi, i segni della mutazione che è in cammino con tutte le conseguenze che ciò porta con sè. Il corrtributo, che sarà dato da queste classi a una situazione politica di successione del fascismo, implica necessariamente che .la nuova formazione non sarà in tutto e su tutto opposta alla attuale, ma ne sarà nello stesso tempo l'opposizione, l' integrazione e il sorpassamento. Al fascismo, nel suo sorgere e nei suoi primi sviluppi, si è imposto il quesito di risolvere i problemi posti, sopratutto nel biennio precedènte, dal socialismo; il suo errore fu quello di separare le sorti delle classi operaie da quella della piccola borghesia lavoratrice e anche proprietaria, mentre invece esse sono accomunate dal bisogno, originato dalla povertà del nostro organismo economico, di valersi dello Stato come di uno strumento per la loro elevazione; ma in ogni modo, la esigenza di riassumere le questioni essenziali poste nel terreno politico, fu da esso giustamente dichiarato. Ora tale stessa esigenza si affaccia, naturalmente capovolta, da parte di quella corrente politica che sarà per prendere il seguito del fascismo, e nella quale le principali questioni sollevate dal fascismo dovranno trovare una soluzione. Esse possono riassumersi in questi tre punti: rinvigorimento dei toni nazionali nel senso tradizionale, e cioè diplomatico, guerriero e di potenza; valorizzazione della nozione di ordine come risultato di un disegno organico, volontario e, se si può dire, ragionevole ; affermazione della necessità della ricostruzione, intesa come sacrificio della lotta politica dissipatrice al comune e concorde lavoro sul terreno dell'economia. Ora ciascuna di queste esigenze propone al successore questo comportamento : non di repudio; non di accettazione tale e quale; bens} di accettazione con beneficio di inventario. La trasforntazione sostanziale che si impone consiste in questo : che tutte tre queste necessità della vita collettiva saranno risolte, invece che per vie di autorità e a favore di una oligarchia ristretta, per mezzo della libertà e con la cooperazione e a favore delle grandi ·masse popolari. E con ciò, si profilano due gruppi di considerazioni distinte e convergenti : che la politica anazionale, inorganica e distruttiva effettivamente condotta subito dopo l'armistizio viene Biblioteca Gino Bianco I

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