• LE CAVSE PROFONDE DEL CAOS IN GERMANIA 495 Lo Stato maggiore teneva. con gran cura la nazione nell' ignoranza. Liidendorff, l'uomo che imperterrito e con la più grande incoscienza continua a spingere la Germania sulla via del precipizio, sapeva che bisognava troncare al più presto le ostilità. Fin dal primo di ottobre aveva domandato al governo di fare imm·ediatamente agli Alleati proposte di armistizio. Ma, fino all'ultimo momento, nascose all'opinione pubblica la gravità della situazione. Il popolo tedesco, per quanto la disfatta bulgara, gli avesse un po' aperto· gli occhi, non credeva ancora alla possibilità del trionfo dell'Intesa, e si riattaccava alla speranza d'una pace senza vincitore nè vinto. È questa una caratteristica del popolo tedesco: quando non riesce a superare una difficoltà non si rasségna alla inesorabile realtà, ma si attacca alle più folli ed ingenue speranze compiendo le azioni più inverosimili e più incomprensibili. Nessuno pensava a domandare allora i conti all'ammiraglio von Tirpitz, il promotore della guerra sottomarina, che aveva affermato, alcuni mesi prima che < l'aiuto americano restava e resterebbe un fantasma>. Il 31 ottobre del 1918 Stresemann, cancelliere di ieri atteggiantesi a dittatore (la debolezza umana evidentemente non ha limiti !) dichiarava che < non esisteva pericolo immediato sul fronte occidentale >. Appena due settimane prima dell'armistizio, l'ex vice-cancelliere Von Payer proclamava: < Noi non pensiamo menomamente di abbandonare le nostre conquiste nell' Est ; noi ci teniamo al vecchio detto tedesco : Conserva ciò che hai>. La rivoluzione non è partita dall'interno del paese, come affermano i conservatori, per propagarsi nell'esercito e disgregarlo; è venuta invece dalle regioni nelle quali si con1batteva; essa è stata la conseguenza naturale e la ripercussione immediata della disfatta. La cad'uta del fronte ha provocato la rottura dell'equilibrio politico. Il popolo tedesco, che aveva sopportato per quattro anni . privazioni spaventose, avrebbe resistito un quarto d'ora di più se l'esercito avesse ancora tenuto fermo. Ebbene, non c' è tedesco che non pensi che l'esercito non è stato vinto. Giustamente Massilniliano Harden scrisse : < Allorchè fu impossibile ai giornali narrare gesta vittoriose e che la cocaina venne a mancare, questa mancanza improvvisa di narcotico fece piombare la Germania in una grave debolezza. Ecco ciò che una cortesia· tradizionale chiama la Rivoluzione >. I partiti politici di sinistra non erano preparati a infrenare o a guidare un movi1nento rivoluzionario che, per tutti, ebbe il carattere d'una sorpresa. Essi s'erano abituati all'idea che la trasformazione del governo imperiale autocratico in governo < popolare > si sarebbe compiuta senza urti; legalmente, come il principe Max di Baden, nominato cancelliere il 3 ottobre 1918, aveva incominciato a fare. Non era questione nè di rivoluzione nè di repubblica. Il principe Max di Baden aveva costituito il primo 1ninistero parlamentare tedesco facendo appello non più ai funBiblioteca Gino Bianco
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