la critica politica - anno III - n. 12 - 25 dicembre 1923

508 LA CRITICA POLITICA ogni preparazione e di ogni qualità, automaticamente, solo per il fatto di essere fascisti venivano ad assumere il massimo della autorità e della influenza politica, dominavano in prefettura, disponevano, facevano, disfacevano. L'on. Gaj - il capo dell'organizzazione fascista, scarso anche lui - non aveva nemmeno saputo circondarsi, all'assegnazione delle cariche, di uomini meno che scadenti. Il disappunto dei nazionalisti fu grande e il loro malumore crebbe quando si accorsero, in seguito, di essere sistematicamente esclusi dai posti di maggiore autorità e responsabilità. Avvenuta la fusione, il malcontento si trasformò in dissidio - prima contenuto, poi aperto ed asprissimo - nello stesso campo fascista dove gli ex-nazionalisti, nella insurrezione contro gli incompetenti e le nullità che avevano occupato le più alte cariche, si videro sorretti dagli elementi che, 1nantenutisi in una ,prudente neutratità fino al 30 ottobre, erano accorsi dopo la vittoria ad ingrossare le file dei vincitori. L'on. Gaj - preso particolarmente di mira - per salvare la posizione personale sua e delle sue creature adottò due provvedimenti radicali : decretò per proprio conto e prima ancora che il Gran Consiglio Fascista si fosse pronunciato su tale materia, la incompatibilità' dei massoni e ordinò la radiazione dai fasci di tutti gl' iscritti dopo il 30 ottobre. Si liberava in tal modo di tutti i nazionalisti e di quegli altri oppositori che non essendo stati nazionalisti e vantando una data d' iscrizione meno re- ~ cente, rivestivano anche la qualità di massoni. Era tra questi l'attuale sindaco di Ancona e fiduciario provinciale, capitano Fabi. L'on. Gaj e le sue creature cercarono specialmente di farsi forti della qualità di massoni di alcuni degli oppositori per accusarli di agire per mandato della Massoneria per disgregare il fascismo marchigiano. Il Nuovo Paese (2 aprile) stampò che < i demoso·cialmassoni erano riusciti ad avere nelle file fasciste alcuni loro cavalli di Troia>. L'opposizione non si lasciò, però, sgomentare. Punizioni, mi.naccie, scioglimento di fasci a nulla servirono. In qualche luogo, come a Chiaravalle, si arrivò a veri e propri conflitti armati ai quali parteciparono persino ufficiali e militi della M.V .S.N. La grande maggioranza si schierò con i ribelli: nella provincia di Ancona la totalità quasi dei fasci costituiti. Una commissione di dissidenti si portò a Roma. Mussolini la ricevette, l'ascoltò. Starace fu mandato ad Ancona per compiere un'inchiesta. E i dissidenti ebbero battaglia vinta. I vecchi dirigenti vennero liquidati. L'on. Gaj dimissionato dal Ministero e, dopo qualche tempo, anche dalla Milizia. Il capo degli oppositori fu nominato fiduciario provinciale. E gli ex nazionalisti riust;!irono a prendere nell'organizzazione, nel giornale, nelle pubbliche am- . ministrazioni quella posizione di predominio a cui aspiravano e a cui, dopo tutto, avevano qualche diritto. * * * Il fascismo trovasi ora in pieno possesso delle pubbliche amministrazioni. Vi è arrivato con i mezzi e i metodi che gli hanno servito altrove. Nelle elezioni ha funzionato il sistema totalitario: dove la pressione si allentò, o per interni contrasti o perchè mancò al fascismo la piena disponibilità dei mezzi abitudinari o perchè si affidò alla .... spontaneità dei consensi, la percentuale dei votanti diede della forza del fascismo marchigiano una misura che può ritenersi abbastanza vicina alla esattezza: il 12 e il 22 per cento ad BibliotecaGino Bianco

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