la critica politica - anno III - n. 2 - 25 febbraio 1923

NOTE E COMMENTI 95 politiché si additnostrano qualità negative sul terreno delle realizzazioni. Difficoltà ed incertezze. Il Fascismo che avanti di compiere la sua rivoluzione non s'era formato un progra1nma di riordina1nento dello Stato, stenta a darselo ora. Chi osserva gli avvenimenti con qualche ·attenzione - co1ne noi faccia1no - cercando di seguire sopratutto la linea del loro corso, si sarà accorto come si parli adesso con 1ninore insistenza e con altro tono dell' irreparabile decadi1nento del Parlamento e della necessità di sostituirlo con nuovi organi rappresentativi 1neglio aderenti alla vita reale del paese. Un provvt!dimento che si pensava dovesse segnare in tal senso l'inizio di un rivvlgimento profondo nelle nostre istituzioni e quindi atteso con legitti1na curiosità era il decreto con cui s'istituiva il Consiglio del Lavoro e della Produzione. Ebbene la novità c'è stata solo per ciò che riguarda una questione di nome e in quanto si asson1meranno nel Consiglio del Lavoro e della Produzione attribuzioni che erano prima divise tra vari corpi consultivi dello Stato. L'azione del nuovo Consiglio resta sempre, come quella dei Consigli sop..'. pressi e sostituiti, subordinata tanto al Gover·no co1ne al Parlamento e le sue funzioni hanno carattere solamente e puramente consultivo. Può questo fatto - dopo ciò che si era annunciato - essere considerato come indizio della perplessità del Governo fasci sta sul genere delle riforme da attuare ? Ci sembra che st Perfino la riforma costituzionale elaborata da Michele Bianchi, con relativa modifica del sistema elettorale e del diritto rappresentativo, non è data per còsl prossima e sicu~a con1e in un primo te1npo s'era suppoBi tioteca· Gir1ò Bianco sto. Della opportunità della riforma ora si dubita. L'on. Farinacci s'è dichiarato apertamente per il ritorno al collegio uninominale. E tale ritorno è desiderato e caldeggiato da molti. E, mentre i giornali che si guarderebbero bene di far cosa con1unque sgradita al Governo ne discutono con larghezza, la questione, che nell' ultimo Gran Consiglio Fascista doveva essere definita, non è stata nemn1eno affrontata. Queste preoccupazioni di carattere elettorale che sono molto diffuse dimostrano intanto una cosa: che nella comune opinione dei loro autori la rivoluzione fascista si è compiuta più contro il Parla1nento che c'è, c.he contro l'istituto parlamentare. Il desiderio del nuovo non giunge sino al punto dj ripudiare l'antico. Il destino degli a1nici. Frattanto il fascis1no non vuole avere fastidi nè prossimi nè lontani. Non solo non tollererebbe un movi1nento di opposizione nel paese - e questo si sa - ma non vuole nemmeno che abbia la possibilità di formarsi. E per ciò è sopratutto dalla parte degli a1nici ed alleati eh e le sue preoccupazioni si volgono: forse perchè è una verità ormai risaputa che i~1 politica bisogna fidarsi meno degli amici che dei nemici. Nazionalisti, liberali, de1nocratici - tutti quanti hanno aiutato la 1narcia del fascismo o si sono messi al suo seguito dopo la vittoria - devono ogni giorno più convincersi che il loro destino è irrimediabiln1ente segnato : sparire. È una tragedia. Anzi una tragicommedia .. La vita politica non ha visto mai nul_la di più com.ico e pietoso insiem_e, degli sforzi dialettici, dei contorcimenti tattici che costoro fanno per sfuggire alla loro condanna. Fingono sempre di non 1 1

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==