la critica politica - anno III - n. 2 - 25 febbraio 1923

I DATI STORICI DELLA POLITICA DELLA MONARCIJIA SABAUDA 79 borghesi delle città, che avevano dato i maggiori nuclei alle frazioni rivoluzionarie erano i soli elementi, che per amore dell' unità, s'erano piegati alla collaborazione e alla conservazione dello Stato. Ma il loro n1ito era il mito garibaldino ; la loro anima era fondamentalmente antistata!e e sopratutto la giovane generazione, vip~ava. per l'irredentismo. La Mona-rchia non poteva a lungo poggiare con sicurezza su questi ceti : avrebbe dovuto finire coli' aderire ai loro sogni irredentistici, alle loro 1nanìe imperialistiche ed una sconfitta militare avrebbe potuto segnare la sua fine, come una grande vittoria sarebbe stato il 1nezzo per superarla. Bisognava poter contare su altre forze, su più stabili e fidi elementi di conservazione. Dove trovarli? .. Il Partito Socialista e la poliHca giolittiana prepareranno alla Monarchia le nuove forze di conservazione. 4. -- L' opera di assorbitnento delle frazioni rivoluzionarie diretta dal . Conte di Cavour, sarebbe stata ef_fimera se lo statista piemontese non avesse conte1nporaneamente iniziata quella fortunata politica di condensazione e di assimilazione dei vari interessi sparsi nella penisola, che I fu continuata dai suoi successori. Le tariffe doganali furono il 1nezzo per piegare ed accentrare attorno allo Stato italian'o gli scarsi nuclei di interessi esistenti nella penisola. Bisognava, per far sentire alle nuove provincie la supremazia non solo· politica, ma ecdnomica del nuovo Stato, prirna devastare quegli interessi che s' erano cristalizzati attorno ai caduti regimi, e, subito dopo averne provocato Io sgretolamento a vantaggio della supremazia piemontese, n1entre durava il momento di sn1arrimento, si doveva operare l'assimilazione e l'inquadramento di quelli che davano 1naggior affidamento di conservazione della Monarchia. Il provvedimento preso dal Conte di Cavour, il 1 ° gennaio 1861, che estese alle nu<?ve provincie la tariffa piemontese, servì appunto a questo scopo, ottenendo come primo effetto, di danneggiare gravemente alcune delle industrie che in alcune parti della penisola erano sorte e si sviluppavano per un'altissima protezione (1). Più tardi, quando la condensazione degli interessi attorno al nuovo Stato era già avvenuta, nel 1887, il Parlamento approvava la riforma doganale, effetto di un compromesso tra i nuovi gruppi industriali, desiderosi di maggiore protezione ed i ceti· agrari che avevano visti i loro guadagni insidiati dal rinvilio dei cereali, .in causa della cresciuta concorrenza delle colture transoceaniche, rese possibili dai più facili ed economici mezzi di trasporto terrestre e marittimo. (1) BoNA~DO STRINOHER: Le tariffe doganali e gll scambi coll'Estero. In < Cinquantanni di storia italiana_> pubblicazione a cura dell'Accademia de' Lincei ,. . Bib.lioteca Gino Bianco . . ' . ..

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==