la critica politica - anno III - n. 2 - 25 febbraio 1923

. ' 74 LA CRITICA POLITICA . , La condizione principale d'una sua vera unità non sarà mai ripetuto abbastanza, è che niun partito politico e nessun potere estraneo riesca direttamente o indirettamente ad aggiogarselo, a sfruttarlo, a farsene sgabello pei suoi uomini. È il punto di partenza, questo, per lo sviluppo d'un movimento proletario e sindacale utile al benessere ed alla libertà di tutti i lavoratori e,. per rimbalzo, di tutta 1~ popolazione in mezzo a cui tale movimento si svilupperà. Dopo di che, tutto uon sarà stato fatto: è evidente. Io non sono sindacalista, nel senso di coloro che vedono nello sviluppo della lotta operaia l'alfa e l'omega del progresso umano. Altre forze nobilissime, altri coefficienti politici e morali, contribuiscono a < fare la storia >. Dirò di più: a me sembra più interessante, più bella, più alta la lotta per l'idea, rivolta verso l'avvenire, che la lotta per gli interessi, per quanto giusti, di natura contingente, di cui l'organizzazione sindacai.e ha la funzione. Ma il movimento sindacale ed operaio resta indispensabile, per il progresso sociale verso il fine di libertà e di giustizia, nella pace e nel lavoro, cui tende con disperato desiderio oggi più che mai la stanca umanità. È indispensabile sot'to pena di veder trionfa re i peggiori egoismi, gli interessi particolari a danno di quelli collettivi, gli interessi delle minorànze privile• giate a danno di quelli del maggior numero. È indispensabile, corpe il nutrimento per ogni organismo pensante e produttivo; come il terreno solido per la più bella delle costruzioni; come una condizione materiale di vita, senza di cui sarebbe impossibile al ·popolq ogni superiore elevazione spirituale. Non v'è ideale alcuno di progresso e di civiltà che possa ormai separarsi dalla causa dei lavoratori; e perciò lo sforzo che questi fanno, attraverso la loro organizzazione di classe, per conquistare una 1naggior somma di libertà e di benessere, merita di esser seguHo e possibilmente aiutato con intelletto d'amore da chiunque combatte per una sua fede in un migliore avvenire umano. 1 febbraio 1923 L. FABBRI CONCLUSIONE E PREMESSE Nella crisi attraverso la quale il fascismo è arrivato al Governo si pre~ tende vedere la condanna dei principt della democrazia. È la libertà che avrebbe creato l'attuale situazione per uscir dalla quale si reputa indispensabile ricostruire l'ordinamento· dello Stato su altre basi che non siano quelle della partecipazione di tutti al governo del Paese, in cui solo alcuni abbiano il diritto di occuparsi delle faccende dello Stato e gli altri il dovere di obbedire. Abbasso, dunque la libertà I Ma perchè qJlora il fascismo' chiede alla democrazia i motivi in giustifica- .. zione della sua azione e del suo diritto? Non si vanta esso appunto di essere un moviniento di masse? di aver saputo rispondere a sentimenti largaménte diffusi, insorgendo contro le imposizioni e la tirannia dei socialisti, rovesciando certe situazioni monopolistiche create in spregio agli interessi della collettività nazionale f E quale è la colpa maggiore che esso fa ai partiti soci0;lis_tie democratici se non quella di aver seguito rzna pratica antidemocratica f E allora ? La relazione tra le conclusioni e le premesse, dove è ? BibliotecaGino Bianco

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