La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 35 - 10 settembre 1908

io IL NOSTRO ALMANACCO DI GOMA Emma Ivon e il suo Vittorio. Con Emma Ivon non ci sono nè se nè ma. E lei stessa che e andata in pubblico con le sue confessioni. Sono confessioni sla- vate, fatte a denti stretti, pieni di reticenze e di giri fraseologici per i sottintesi maligni, ma confessioni. Come scu- sa alla vitaccia della man- tenuta il prefazionista la presenta come una buona cretura nata in condizioni miserabili e cresciuta in mezzo ai genitori e fratelli scellerati». L'avvenente prima attri- ce della defunta compagnia milanese é stata condensa- ta dal suo direttore come « un tipo unico di figlia di Eva del nostro tempo, un problema di isterismo a freddo, una personificazio- ne dello spirito scacciapen- sieri, una sintesi di avidità rapace, un'epopea di disin- teresse, un campo aperto di capricci, di estri, di fan- tasie, di doglie, di brame, di vanità, di ambizione, di vaneggiamenti, di sim- patie, di antipatie, di li- :Enunci Ivon, la favorita di Vittorio, bidini, di freddezze, di af- fetti, di passioni in continua contraddizione con se stesse, anzi in continua ribellione fra loro, un tipo di avarizia sordida, un mostro di prodigalità, un ecatombe di toilettes, una entu- siasta del risparmiare, un' apoteosi di poltroneria, un prodi- gio'di attività, un'iperbole di egeismo, un miracolo di buon cuore, una iena pazza di ferocia, una capace di ripetere con Brillai-Sa- varin che in una tal salsa avrebbe mangiato suo padre ». L'epi- logo della carriera clamorosa di questa donna è stata la comme-

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