La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 32 - 20 agosto 1908

liA VITA TURI3OLtENTA DI RAINIONIDO FIENIDERSON Nessun pensiero che non fosse casto mi nasceva anche se mi mettevo con gli occhi sulle sue spalle orgogliose o sul suo seno che io in quel momento ho chiamato lo scet- tro imperiale, tacendo spuntare un risolino sulle labbra del di lei amante, il quale mi annunciava che fra tre o quattro giorni, al ritorno da Saint Cloud, mi avrebbe presentato a sua maestà l'i nperatrice, co ie la chiamava se hpre Nigra. Uscendo dal tempio frequentato dalla Messalina imperiale il mio protettore mi racco r andava di non avere nè orec- chi né occhi a Corte. Muto e cieco per tutti, tranne che per i miei signori del basso i pero, per servirmi del lin- guaggio dei nemici dell'usurpatore del 2 Dicembre. Bevuto l'absinthe a centellini all'ambasciata, intanto che egli leggeva alcuni dispacci che gli aveva portato il do- mestico del suo appartamento privato, l'ambasciatore prese la tuba e l'elegante canna dal pomello dorato e cifrato e ci avviammo verso l'uscita, io consolato dalla sua pre- senza e lui pensieroso probabilmente per quello che aveva letto. Ma non fu •che una nube passeggera. Fatti alcuni passi, mi mise il braccio sotto il braccio, facendomi così capire che mi trattava in confidenza, e mi trattenne sul marciapiede fino al passaggio di una vettura. — Da madama Palmyre, diss'egli al cocchiere. Notai che la vettura parigina era assai più pulita, più comoda e più elegante di quella milanese. Il cavallo non era il solito trottapiano del selciato della risottopoli. Fi- lava, a testa alta, senza uscire dalla linea retta se non avvertito dalle redini. In piazza Vend6me egli mi fece , discendere, dicendo al vetturale di aspettarci. Io guardavo la colonna piena di lastre decorative in rilievo che ricor-

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