La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 32 - 20 agosto 1908

24 si è alzato un suo avvocato a leggero la dichiarazione che tutte ' le sue accuse contro Chaumié erano assolutamente ingiustificate e senza fondamento e si offriva a-spalancare la bocca per ingo- iare il rospo vivo della diffamazione e a pagarne i danni. Chaumié ha voluto che alla pubblica denigrazione seguisse una pubblica riparazione. E la Corte d'Assise ha condannato il gior- nale della diffamazione a 500 lire d'ammenda, a 50,000 lire di danni e interessi per Chaumié e alla esecrazione pubblica per tutti. Le azioni del Matin sono in ribaiso e seguitano a discendere. specialmente adesso che si è rimangiato le ultime insolenze dif- famatrici contro il senatore Humbert per evitare un altro processo. H regno del panamista Bruneau-Varilla è- più vicino alla cata- strofe di quello di re Leopoldo. Giovanni Luigi. tappabocche §iudiziario. Una vergogna del giornalismo italiano. lo ho fatto udire più di una volta nei consessi giornalistici l'in- famia crudele del tappabocche giudiziario che autorizza gli uo- mini che vivono di vita pubblica a negare agli accusatori il di- ritto di provare le accuse. E' abbietto l' uomo sulla piattaforma nazionale capace di chiudere il suo disonore o la sua corruzione o la sua depravazione o il suo mercato in una sentenza che do- vrebbe essere un' onta per chi la pronuncia e chi la fa pronun- ciare. Una giustizia che si presta alla vergogna di proteggere i colpevoli per punire gli innocenti è turpe. E' l' ultima delle ab- biezioni e delle abbominazioni sociali. — Come voi, signor Gavallotti, accusate me, Francesco Crispi, di averesvenduto una decoraMone di prerogativa reale per 50.000 lire a Cornelius Herz i Tribunale, condannatelo. Gli nego il di- ritto della documentazione. — Come voi, signor Plebano del Pan falla, accusate me, Cavai- lini, deputato, di tripotages finanziarli? Signori giudici, aprite il codice zanardelliano e mandatemi il diffamatore in galera. Gli nego il diritto stupido della prova. — Come voi, signor tal dei tali, accusate me, Vincenzo Cuci- niello, di essermi appropriato due milioni del Banco di Napoli, del quale sono direttore? Magistrati, aiuto, salvatemi dal deni- gratore. Condannatelo, gli proibisco di provare che è vero.

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