La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 24 - 25 giugno 1908

18 Il nostro processo La monarchia savoina ci fa perseguitare. La magistratura non vuole si faccia la storia dei nostri sovrani. Appello personale al giornalisti. Ci sembra di essere in pieno secolo elisabettiano. In quei tempi al giornalista che avesse osato occuparsi in bene o in male della sovrana gli si mozzavano le orecchie che avevano udito e la mano che aveva commesso il delitto. Lo si lasciava mutilato esposto alla berlina con il marchio d' infamia sulla fronte: lo sono un fellone. A più di quattro secoli di distanza, in casa nostra, il giornalista è nella stessa condizione dello sgraziato collega che subiva qualche volta lo squarta- mento vivo. La persona del re é sacra, e sta bene. E' legge statutaria. Ma non è più sacra se è morta. Nel sarcofago di cedro o di metallo o di pietra il re- gnante appartiene alla sto- ria. Tutti possono frugare nella sua vita. Tutti possono rimestarla, distenderla al sole, affiggerla sulle canto- nate, raccoglierla in parec- chi articoli o condensarla in un volume. In un paese dove la libertà di stampa fosse assoluta sa- rebbe proibito al magistrato di aggredire con le citazioni e i processi lo storico che si vale dei fatti a disposizione di tutti per presentare al mondo che studia la figura di un monarca che ha regnato sugli uomini del suo tempo. In Fran- cia Napoleone III è adagiato in centinaia di volumi, l' uno in lotta con l'altro, senza che il parquet se ne sia interessato o se ne interessi. In Inghilterra gli storici possono servire al pub- blico i personaggi seettrati vivi o morti, dando agli avveni- menti quel colore o quella interpretazione che desiderano. Per- fino il Kaiser di Germania ha lasciato che andasse per le mani dei lettori il libro che contiene suo padre, Federico, l' impera-

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