La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 18 - 14 maggio 1908

(17) APPENDICE 29 LtA VITA TURBOLkENTA DI PRAINIOWDO 11ENDERSON La conversazione più diventava animata e più infittiva di personaggi i cui nomi clamorosi per le storie garibal- dine udivo per la prima volta. Cairoli, Fabrizi, Crispi, Bertani, Schiaffino, Ttirr, Bixio, tutta gente cha aveva votata la propria pelle alla redenzione della patria, ritor- nata u casa tutte le volte senza i ringraziamenti dell'uomo al quale Garibaldi donava i regni, con il piombo nemico nelle carni, timorosa di lasciar vedere le gloriose cicatrici per paura che diventassero dell'orgoglio personale. Mi pareva di essere a tavola con dei pastelli antichi, delle medaglie di bronzo istoriate, .dei ritratti a olio di un'epoca passata. Capelli lunghi, chiari e oscuri, bipartiti, ravviati con cura dietro le orecchie, che lambivano ora il bavero e ora il collo risvoltato fino alla radice del collo. C' erano barbe fluenti come quella di Nicola Fa- brizi, e calzoni larghi alla zuava. Su tutti i volti c' era l'aria, direi quasi, garibaldina; un'aria che specializzava e ambientava le facce, staccandole da tutte le altre facce. Erano facce vecchie, con delle barbe' alla Orsini, dei baffi e dei ciuffi francesi, dei pizzi appesi al solco del mento, con delle fronti ampie come quella di Antonio Fiutino. Anche le cravatte, anche i gilet, anche le camicie, an- che i ciondoli alle catene degli orologi, anche gli anelli alle dita erano della classe carica di fraseologia rivoluzio nana che aspetta sempre, di giorno in giorno, la chia- mata del Duce supremo per riprendere il fucile o la spada. C'erano cravatte che parevano farfalloni ricamati agli orli con le code a fiocchetti colorati giù penzoloni per lo sparato floscio a trapunti. C' erano camicie tutte di fla-

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