La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 18 - 14 maggio 1908

24 LA "NUOVA COMMEDIA UMANA,, A TEATRO Il Commiato. Arturo Toscanin1 veleggia od è sulle mosse per veleggiare verso il nuovo mondo. (Veramente la vela non al usa sul tran- satlantici, ma 'nen così pronta la visione del vascello di Tri- stano recante alle lontane terre l'ideale Interprete dl Wagner l). Arturo Toscaninl, dunque, é partito od è per partire; ha ri- nunciato al reame della Scala, e la Scala si acconcia a vivere sotto un altro dominio nè si può dire che l'estremo addio - ma sarà veramente tale? Io non lo credo e non me lo auguro - sia stato im- prontato ad eccessiva cor- dialità. Ciò non toglie che quel re fosse ben meritevole di un cosi glorioso trono, e che a quel regno non potesse convenire miglior scettro. Ah eh' egli era ben degno della Scala e la Scala di lui! Parlo naturalmente della Scala nella sua espressione ideale ed astratta, non gli del suo microcosmo compo- sto di vanità boriose, di Igno- ranze patentate e di petu- lanti bifolchi. Ne abbiamo già discorso, nè voglio nuova- mente occuparmi dei fre- quentatori del nostro mas- simo teatro, dl quella turba amorfa ed oscura, lusenalbile ed irreverente che giudica manda decretando l'ostracismo a spettacoli di rara bellezza ed esultando per le opere più mediocri! No, voglio parlare della Scala come ancora l'esalta la fama; dell'istituto lirico In voce d'essere il più cospicuo del mondo, di una tradi- zionale maestà, di una riputazione senza pari; di quella Scala che eserclta tuttavia un grando fascino su tutti gli stranieri persuasi ancora della sua sovranità indiscussa nel campo dell'arte. Ed in verità, era lecito sperare che la Scala volesse ten- dere decisamente a quel primato che la comune rino-

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