La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 15 - 23 aprile 1908

7 EilLOVI AL PENALE E AL VATIEAR Il trionfatore dei cavalieri della tavola rotonda, dei _ signori che avevano fatto rivivere Sodoma e Gomorra al- la Corte di Guglielmon,e, é sceso un'altra volta in Italia per confabulare con Tittoni. Tutta la stampa triplicista saluta enfaticamente il cancelliere tedesco che assume tutte le pose di Bismark II, lo turibula, l'incensa come Il grande amico d'Italia; amico d'Italia non solo perchè ha sposato un'italiana, la figlia di Minghetti.buon'anima ma amico d'Italia che amerebbe pe suoi begli occhi, co- me un innamorato ama la sua bella. Ora tutto questo retoricume non regge alla prova dei fatti. Il signor Bit- low ha pronunziato un giorno all'indirizzo dell'Italia una di quelle frasi che non sono soltanto irreverenti, ma che dinotano tutto uno stato d'anima di mercante. A chi gli faceva osservare che l'Italia faceva troppo moine alla Francia, rispose bruscamente che un marito non s'ingelosiseese vede sua moglie fare un giro dt Walt- zer con un estraneo. In buon italiano Btilow ci diceva che potevamo fare qualche ballo col francesi, ma che in pari tempo non dovevamo dimenticare che eravamo legati al carro della triplice, o meglio della Germania, perchè nella triplice è la Germaniaehe fa il bello ed il cattivo tempo. Questo modo brutale di parlare — più teutonico che latino — ferì il nostro amor proprio. L'Italia si diede a fare la capricciosa, pestò i piedi, e ed Algesiras fece non uno ma due giri di Waltzer colla Francia, e coll'Inghil- terra e allora Guglielmone ci tenne il broncio; l'Italia fu rappresentata come una cattiva moglie, una specie di sgualdrina, dimentica degli impegni assunti, ma fu affare di poco tempo, si tornò alle carezze. Guglielmo s'incontra a. Venezia con Vittorio, e Biilow ebbe l'ordine di recarsi a Roma, alla Consulta, per la- vorarla secondo i piani della nuova tatola rotonda di Berlino. -.. - Ed ecco perché Billow è venuto ancora a trovarci. Egli è ben accolto in Quirinale, ben accolto in Vaticano, adu- lato dagli-tini, incensato dagli altri, perché è l'ombra del suo imperiale signore. Rappresentante dl un gover-

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