La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 15 - 23 aprile 1908

20 ordine del padre e la prigionia dell'isola di Rè, dove il contino. laxus sed non salialus, parve promettere di Modificarsi, se il disgraziato papà medesimo ne lo trasse per mandarlo a sfogare in un modo più cavallerescamente brutale l'enorme bisogno di vita in Corsica con la legione lorenese. A ventUn'anno è stanco della spada; il filmo del cannone gli toglie l'ossigeno di cui i suoi cavernosi polmoni hanno bisogno. Ed eccolo a fare il coltivatore ed a persuadersi, nella sua terra del Limosino, che il dottor Quesnay aveva ragione. La passione fisioctatica era un po' ereditaria nel sangue bollente de Mira- beau; un Vittorio Richetti marchese di Mirabeau si occupava, intorno a quel tempo, di filosofia rurale, di grani, di imposte, mentre snscitava in Francia uno degli scandali più clamorosi con il processo contro sua moglie, durato vent'anni. Vittorio marchese di Mirabeau era il papà di Onorato, il secondino del- Pufficialetto dell'isola Re e di Conica, il nemico giurato del formidabile figliuolo che spiava le donne belle con occhi ma- gnetici di belva e le possedeva con reni di toro e con incan- descente immaginazione di psicopatico. Poco più che ventiduenne, Mirabeau prende moglie. Disgra- ziata quella marchesina di Marignane! Il marito le riempie di femmine lascive la casa, e dè fondo al patrimonio fino all'ultimo centesimo e si grava di debiti che, da un punto in là, nessuno ha mai compreso come riescisse a perpetrare: veri furti nel sacco sfondato del credito usuraio del tempo. Il giustiziere ricompare, implacabile. Pochi mesi dopo il ma- trimonio, Mirabeau va prigione a Manosque. Ma ci voleva per cotesto demone un carcere più sicuro. E allora il padre lo fa trasferire al castello d'If — quel medesimo romantizzato da Dumas padre nel a Conte di Montecristo -- e, non bastando ancora la letione, al forte di Ioux. Immaginatevi la moltiplicazione dello stimolo erotico in quei nervi d'arco selvaggio ed in quei muscoli d'ippopotamo! La prima donna non poteva non esserne vittima; e fu la vittima che non solo subi l'amplesso vorace del futuro deputato dell'As- semblea, ma dovè subire il Niagara di letteratura lasciva e per- vertitrice che il giovinotto le rovesciò addosso. Sofia aveva venti anni, giovine moglie di un vecchiò mar- chese. Mirabeau le accende il sangue con l'esca del suo lirismo, che è un eccesso, ma nonpertanto costituisce il precorrimento dell'arte nuda e sensuale che trionferà di poi. 4.*4 Chi s'occupava più del selvaggio amatore che aveva fatto chiudere in un convento la bolla adultera Monnier, delle lettere che 'novello Abelardo, dopo il furibondo possesso di lei ad Am- sterdam, ambedue fuggiaschi, le scriveva? Quell'uomo apparve, come un mostro a cui non si resiste all'Assemblea. La folla

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