La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 10 - 19 marzo 1908

LA VITA TURBOLENTA RRINIONIDO HENIDERSON Sono diventato povero lentamente. Prima ho impe- gnato, poi ho venduto il superfluo, poi ho dato via il necessario, fino al giorno in cui ho lasciato l'abitazione al padrone di casa che mi aveva fatto arrossire più di una volta con il. suo strepito per la pigione. Ah quante volte sarei tornato indietro, sittante volte mi sono sentito il bisogno di presentarmi a Paolo e di gettarmi nelle braccia di Emma che mi ha fatto scappare durante I' uragani) della sua gelosia! Forse anch'ella pensava a me. Forse tutti loro si ricordavano di Raimondo. era troppa' l'umiliazione di ritornate davanti loro senza scarpe, senza camicia, senz'abiti, ischeletrito dalla fame patita. Sul lastricato avevo perduto anche la voglia di leggere, Tutti i miei libri sono andati dallo stracciven- dolo senza rimpianti. Una boccata di pane mi teneva più in piedi che un sacco , di intelligenza, che tutte le storie e tutti i romanzi. Il nutrimento intellettuale è gu- stoso e succulento nella vita regolare, quando si va a tavola e a letto tutti i giorni. Ma a stomaco vuoto è del lusso che fa orrore. Tuttavia la tendenza era ancora a galla. Inconsciamente finivo ogni giorno per trovarmi dove posteggiano i librivendoli.,Gonsumavo delle mezze ore con gli occhi sui volumi come un ebete. Senza voglia nè di leggerli nè di comperarli. Sovente' finivo per istupidirmi davanti la vetrina del libraio in San Paolo. Non so spiegare il perchè le mie gambe andas- sero là piuttosto che altrove. La tendenza mi ha sal- vato. Un giorno che non distinguevo più i vetri dai volumi, perchè la mia vista vedeva grosso o non vedeva più nulla, l' omino che era il padrone è venuto sulla

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