La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 9 - 12 marzo 1908

il" END le F LA VITA TURI3OLtENTA DI R1I15/1014b0 gENIDERSON Ci fu una pausa. ci furono più pause, prima ch'ella trovasse le parole per ripregarmi di prenderla per mia confidente. — Tu non mi vuoi bene. Mi credi una puppàttola, una pettegola, una ciarlona. Non hai fiducia in me. Io mi interesso della tua vita più di quello che tu creda. Se non fosse vero non sarei qui a quest'ora. Ah se -mi trovasse con te la mamma! Sarebbe capace di battermi. — Perchè? — le domandai con l'aria di uno che non avesse capito il pensiero recondito. — Tu lo sai... Il perchè? La guardai turbato. Nella sospensione c'era il dramma coniugale. Ella sapeva tutto. — Tu hai parole misteriose stasera. Si staccò, seccata. — Tu vuoi fare l'ingenuo. Non mi piace. Preferisco il disprezzo alla menzogna. Che bisogno c'è che io ti dica il perchè mi batterebbe? Per gelosia, diamine! Sono una donna., capisci? E per dimostrarmelo mi si mise davanti con le braccia allargate e lo scialle in alto per lasciarsi ammirare nella camicia aderente alle forme, con il seno in fiore e i , fianchi della ragazza precoce. — Ritorna in letto — le dissi come spaventato della sua bellezza. Ritornò al mio ginocchio, rimettendosi con la guancia alla guancia, con la mollezza della fanciulla in amore, dicendomi a bassa voce che non c'era paura fin a quando non si udiva russare il padre. — Vuol dire ch'egli è ancora con la tua amante. ,

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