La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 7 - 27 febbraio 1908

28 volendo dare un' Italia grande e gloriosa ad italiani bottegai. Sconta il fio; ora non ti resta più che la sublimità del sa,- gri ficio ». L'A mico della Salute, che esce ogni 'settimana in Trapani, brutalizza il lettore che non è trapanese con dei linciaggi, con delle cacce alt' uomo, con delle vergogne e delle passioni par- tigiane! Gli studenti di « tutte le scuole di Trapani » si sono radunati anche loro e hanno riversato sui catoni tutti i voca- boli putrescenti del loro dizionario. La Fiamma, corriere polemico politico amministrativo delle province del me . zgsiorno, è adirato contro « i traditori di Nunzio Nasi. Nasi è innocente! L'ha a morte col « figuro di Castelvetrano » (I' on. Saporito) e colla politicaglia che vorrebbe inzaccherare Lui. La relazione dei cinque è dovunque come una relazione- coltello. E' una pugnalata nella schiena! L' on. Bissolati è fra gli « inspiratori », insieme « al grande moralista Caimmi », altri- menti detto Saporito. L' « ingratitudine » di Ettore Ciceotti è preceduta e seguita dai «vada fuori! alla porta! alla porta! il Mascalzone! » Il barone Vincenzo Saporito, il vero autore dell'e- purazione ministeriale, è il materasso di tutti i colpi nasiani. E' un Caino ». « E' un uomo medioevale sperduto nella civiltà del secolo ventesimo ». Vile, ipocrita, che Nasi inchioderà alla sbarra degli accusati! Mentitore! bugiardo! « iminenda persona » e via. Finirei fra tre mesi se volessi racimolare nei giornali la fraseologia entu- siastica che fa uscire una volta dopo l' altra dall' urna trapa- nese quel tronco di letame che si chiama Nunzio 'Nasi. Ed io per non faticarmi di più lo rovescio nella fogna .con la speranza che la corrente nera e puzzolenta lo conduca vio- lentemente alla foce e lo scarichi dove la palla umana non ha più vie di ritorno. Alla fogna! alla -fogna! GRANDET. 1111111111 iiiii 11111111111111111 iiiiiii 1111111111 lllllllllllllll 11111111 lllllllllll I llllllll iiiiii iiiiiiii 1111111111 LA SOLIDARIETÀ DEGLI HERVEISTI A me pare che in Francia si stia ritornando alla guerra disperata degli anni spaventosi dei Caserio, dei Ravachol, dei Vaillant, degli Multe Henry. Fra il governo, gli anarchici e gli herveisti c'è livore. Da una parte si minaccia, si acuisce il verbo, si parla come ai tempi del Père Peinard, si assume un atteg- giamento di sfida. Dall'altra si fanno perquisizioni, si stana, si arresta, si mette sotto chiave e si condanna.

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