La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 7 - 27 febbraio 1908

2,C il Tallio e neppure delle scene storiche di un tal Beraldi: Rivoluzione. Sono lavori che non contano e non conteranno mai anche se gli autori dovessero in avvenire diventar celebri come i piti vezzeggiati figli di Melpoinene e di Talia. Ma non credo che verranno a queste estremità. Il Mar- toglio ha qualche numero, ma gli manca il senso della mi- sura; quattro atti per la sanguinosa storia degli amori e delle pazzie di una sindachessa d'Aci Castello sono troppi e troppo prolissamente svelti. Si è avuto modo di divertirsi invece ai quattro atti di Al- berto Guinon ed Alfredo Bouchinet: Suo padre. Tutti i critici dei quotidiani pare si siano data l'intesa di entusiasmarsene nelle loro cronache. O forse erano casi stufi di registrare un fiasco per ogni commedia nuova che non parve loro vero di rifarsi una volta tanto con un successo di buona marca. Fatto è che si abbandcfnarono a questa gioia con un trasporto da non si dire. Tuttavia è giusto riconoscere essere questa Suo padre una commedia condotta con facilità e felicità non comune. Qualche cosa come le meringhe; della-spuma friabile e leg- gera imbottita di lattemiele; ma per una volta tanto, il dolce non mi ha nauseato, tanto era lavorato bene, fresco, soffice, e ben accomodato sul piatto! Siamo sempre li: s'anche l'intreccio non valesse una pipa di tabacco caporale, — ed è invece la storiella, abbastanza carina, di un padre discolo, che dopo non essersene curato per venti anni, si riconquista l'affezione di una figlia con della bontà, della grazia e delle frivolezze — s'anche l'intreccio non valesse un turacciolo usato, c'è sempre un dia- logo che dice tutto quello che vuole e come vuole; e noi si sta li a sentirlo a bocca aperta, come la donnetta davanti alla set- ' limina che le predice la buona ventura! IL RUZZANTE. IL NASISMO NEL PAESE DELL'OMERTÀ Noi, mercanti del settentrione, come ci chiama la stampa si- ciliana, non riusciremo mai a conoscere il profondo perverti- mento morale degli omertisti che raccogliendo le briciole delle loro orazioni, tlei loro comitati pro-Nasi, dei loro articoli, delle loro lettere, dei loro ordini del giorno, dei loro comizi. Non ho tempo di occuparmi delle date. Prendo i giornali come mi vengono. I primi sono numeri dell'A.tione, « quotbliano mo- narchico », che si pubblica da un anno in Catania, proprio nella città che elegge da quattro legislature De Felice Giuffrida. La prima pagina è dedicata, si può dire, tutta al « Figlio di- letto di Trapani ». I titoli degli ,articoli nasiani sono pazzeschi: « Abbasso i nuovi tiranni » — « Si vuoi sopprimere Nasi » —

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=