La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 5 - 13 febbraio 1908

7 terreno delle questioni comunali. Ma non è un atto arbitrario, una- trasgressione compiuta ìn nome di un partito contro un altro, quando i signori sindaci si permettono di fare incursioni in terreni proibiti? Come non voglio la loro commozione per le figure che loro politicamente abborriscono, così non voglio la loro commozione per le figure che loro prediligono. E che c'entrano i sindaci con la tragedia di Lisbona? I loro telegrammi sono atti politici. Perehè anche il semplice dolore ufficiale e arti- ficiale che manifestano telegraficamente inchiude un biasimo contro coloro che possono essere dei martiri e degli eroi. Orsini paga con la sua testa il tentativo di punire un delinquente del trono, ma voi, sindaci, non avete il diritto di congratulare l'assassino fortunato. State zitti, occupatevi dei vostri interessi e non date lo spettacolo di compiangere un birbaccione che si è -servito del potere per spergiurare la costituzione, per diven- tare il primo e più canagliesco ribelle del regno. 4, 4: lo spero che ci saranno consiglieri che proporranno voti di biasimo contro tutte le Giunte che si sono lasciate trascinare dalle loro tendenze criminose a glorificare uno • svergognato spergiuro che voleva fare del Portogallo una nazione di ser- vitori.• Ma se non udremo qualche voce virile che protesti contro il sindaco Ponti, per il suo atto di violenza politica, non dubito che ci sarà, una rivolta contro il sindaco di Roma (i). Questo signor Ernesto Nathan, questo fiero repubblicano che mangiava le monarchie a tavola, questo altezzoso e austero amico di Mazzini, questo pubblicatore di memorie di Garibaldi, questo massone che sente il bisogno di fare le condoglianze a un go- verno bestiale per la morte di un re tiranno, se non è più ridi- colo di Rabagas è per lo 'meno. indecente. Non parlateci più mai del vostro carattere adamantino. Voi ,potete indossare la livrea monarchica, come tutti gli altri, e senza fremere. (1) C'è stata. Ma è riuscita una tempesta in un bicellier d'acqua. • • L' ASSASSINIO POLITICO triste, veramente triste elle un popolo debba compiere il sagrificio immenso di votare i migliori alla morte per non morire soffocato dalla tirannia. Ma è così. La testa sovrana, imbestialita dalla strapotenza e dalla strafottenza, circondata di banditi che la spingono ogni ora alla ferocia, non cede, non rinsavisce, non ha paura del cupo mormorio che rias-

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