La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 5 - 13 febbraio 1908
9. naie: una giovane maestra idealmente compresa della sua pro- fessione e che di un errore giovanile — chiamiamolo così per esprimerci in linguaggio comune — deve portare amarissime pene, è poco, è poco, e poco per chi vuole tentare il teatro non per vanità e non per speculazione. Scegliere per una commedia la forma - dialettale — La Si- gnorina è in vernacolo veneziano — non dovrebbe autorizzare ad essere sciatto, comune, convenzionale! Direi anzi che il dia- letto, penetrando colla maggiore evidenza nell'anima della folla, traendo la sua sana freschezza dalla vita vissuta, dovrebbe ispi- rare quadri di un luminoso verismo. La lingua letteraria può consentire anche l'artificio e la preziosità: ma il dialetto deve pulsare con una grande schiettezza d' accento, deve agitare e muovere figure singolarmente caratteristiche, deve esprimere e scolpire sentimenti di una assoluta umanità! , Andate a cercare qualche cosa di simile non dico nella Ilfaina! di Paoletti — un centone di commediacce sentimentali e ro- manzesche al sugo di liquerizia, e che sembra una parodia di quel divertentissimo vaudeville che era il illinestron. — ma anche nella Signorina. .del Re! Qualche accenno, qualche ba- gliore, e poi broda da convento! Lucio d'Ambra ha voluto provarci che i critici teatrali, se si mettono .a scrivere commedie, sono ancor più compassionevoli degli autori a cui danno quotidianamente lezioni di estetica del teatro. I suoi Effetti di luce sono il sublimato di quella po- vertà intellettuale, assenza di gusto, mancanza di spirito, difetto di originalità, che si è usi rimproverare alla minutaglia dei nostri autori. Ecco un uomo che ha perduto una superba occa- sione di star zitto! IL RUZZANTE. i f r m Potevo scommettere la testa sull'assoluzione dei carabinieri e degli agenti di P. S. del ponte di Pietrasanta. L' Italia che premia pubblicamente i Centanni e non censura neanche l'uf- ficiale omicidiario (lei ponte Albersano (Lionello) non può darmi altro spettacolo. La mentalità dei giudici non è superiore a quella dei ministri. Signori soldati, signori questurini, fate pure fuoco sulle folle, ammazzate pure la gente del lavoro, perchè voi uccidete « in istato di necessità! ». Voialtri operai invece che tirate sassi e pronunciate ingiurie contro gli assassini, subirete il processo dei, buoni giudici. Ah, ,porcaccio inondo!
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