La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 3 - 30 gennaio 1908

"i LA "NUOVA COMMEDIA UMANA,, A TEATRO La moglie del dottore — Il terzo sesso Sotto il giogo E poi vogliono ehe non si rida di loro! Sarà un anno, Zambaldi ha fatto eseguire la Voragine, un dramma in 3 atti, tenuto su cogli spilli, con personaggi che si concedevano tutti gli acrobatismi mentali per non dire quello che dovevano, e scene irte di- sospensioni e di reticenze, perehè quando fossero state logiche e piane, la situazione si sarebbe risolta in quindici battute. Era una produzione di tono -ambiguo, fra il romanzo giudi- ziario e quello d'appendice; il pubblico buono applaudi, e la cri- tica, quella illuminata, proclamò che Zambaldi aveva finalmente trovata la sua strada. Ed una. Adesso l'autore della Voragine ha dato al Lirico un'altra coniniedia in 3 atti: La moglie del dottore. Altro successo di pubblico, e la critica, come se non sapesse dir altro, ripete che Zambaldi si è messo su la buona strada. Forse che l'aveva perduta, o Zambaldi va a spasso in un labi- rinto come il Minotauro? Si può invece dire che la Voragine era roba da pochi quat- trini, e che questa Moglie del medico, come valore reale, non arrivi ai tre soldi. Io almeno non avrei voluto spendere di più per persuadermi che Zambaldi, se comincia a possedere la torma, vale a dire la sagoma delle scene, la quadratura degli atti, quel che sarebbe ,i1 vaso ed il recipiente per le sue misture, continua a non aver aleunchè di prezioso da rovesciarci dentro! Che dico, alcunchè di prezioso! Niente che non sia vecchio ce- rotto; la serva brontolona che sdottoreggia per far ridere, il venerando sacerdote indulgente e bonario per intenerire e una trama logora come le ciabatte d'una comare; melodia in sor- dina fra il redentore e la redenta, strepito di ottoni fra la se- dotta e il seduttore, pizzicato di archi in punta di gelosia, e violinata finale Sul tema: felicità coniugale. E badate che anche il recipiente è delle fabbriche più modeste, di quelle che forniscono le terraglie d'uso comune; siamo ancora all'a b e dell'arte del vasaio. Atti breyi, scene brevi, pochi per- sonaggi, nessuna consistenza nel dialogo e -tre finali per impa- niare i merli che zirlano dietro la buca del suggeritore: I finale: la moglie che dice « ah! »; II finale: il marito che grida e oh! »; III ed ultimo: marito e niogliè che piangono di gioia «ih! >> E questo basta alla critica milanese per conferire a Zam- baldi la virtù di dominedio e dei colossi; la virtù di « creare

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