La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 3 - 30 gennaio 1908

13 senza di Parnell e di Sala, uno scrittore deI Daily Tele- yraph, scusando le sue ribalderie e la sua viltà con la mi- seria, la protettrice di tutte le bricconate. Egli e scappato all'estero e quando stavano per arrestarlo in un albergo di Madrid si é fatto saltare le cervella. Nella detonazione del 28 febbraio 1888 c'erano i rantoli anche del giornale che lo aveva prezzolato. La buona fede non poteva più salvarlo. Egli aveva messo nella lotta troppo accanimento, troppa bile, troppo rancore personale, troppo vituperio di razza parche il mondo gli perdonasse e lo conservasse sul trono della monarchia secolare. Giù, al posto dei libellisti. E il posto dei libellisti è al cimitero, dove egli ha man- dato a colpi di spillo odi insinuazioni e di denigrazione Carlo Steward Parnell. C'è arrivato. Egli é sepolto. Il Times dei Pearson é un'altro Ttmes. E il Times dei businessmsn — degli uomini d'affari. È un Times con l'anima bottegaia. L'uomo che ha assistito ai funerali di Parnell. La " Lydia" di un giornalista di molto nome it Edoardo Scarfoglio, un nome fragoroso che è passato da una battaglia all'altra senza mai rimanere affondato nel fango in cui l'hanno buttato piii di una volta i suoi av ver- sarii. Egli è entrato nella vita giornalistica come un buttero irsuto nel cui petto urlassero i lupi della Majella e crocchiassero i folti cerri minacciosi e frementi delle rupi Al dorso della cavalcatura di don Chi$ciolle della mancia egli ha ferito molta gente che non gli faceva largo. C'è stato un momento in cui pareva uri aiinnazzasette. Si precipitava sui colossi della patria e della letteratura Con la veemenza selvaggia dei suoi vent'anni e non li abbandonava che dopo averli scuoiati o caricati di esplo- sivi intellettuali che li avrebbero fatti saltare in aria al primo movimento di ritorsione. Ma non ha perdurato a fare il critico antropofago. Si è accorto subito che la via presa l'avrebbe condotto all'isola- mento o l'avrebbe obbligato a lavorare come un facchino per vivere. E invece di liberare la letteratura italiana dal vassal- laggio francese e di rovesciarsi sugli erudituncoli cretini e sui mercanti del romanzo e rinnovare il vecchiume, ha lasciato il libro e il giornale letterario ed ha dato tutto se stesso alla politica con l'alto ideale di arricchirsi, di gustare tutte le ebbrezze della vita lussuosa, di arrivare ad essere un personaggio temuto. E c'è riuscito. A furia di leticare con gli editori e con i protet-

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