La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 2 - 23 gennaio 1908

( 2) 29 LA VITA TURBOLENTA ronviosoo HENIDERsos Paolo Gamba diceva che mia madre doveva essere senza viscere. Con la sua fantasia sempliciona mi ab- bozzava una donna che faceva rabbrividire perfino le fanciulle. Io, la difendevo e . diceva che per avermi ab- bandonato sotto un portone come un fagotto di carta straccia ci dovevano essere ragioni che noi ignora- vamo. • — Chi ama ha cuore e il cuore non lo si perde per la strada. — Può, darsi, gli dicevo, _che io sia figlio della mi- seria._ —. No! mi rispondeva con una manata sul tavolo, tu non hai faccia di madre pitocca — E allora? - Egli avrebbe scommesso il collo che io dovevo es- sere il frutto della « colpa », come diceva, di un amore giovanile o il risultato d'uno di quegli adulterii che im- pediscono di riconoscere l'intruso perché rovinerebbe la madre con lo scandalo. — Le tue mani Sono troppo belle per cercarla fra le donne che vivono come vivono. 'fu sei un mistero! A furia di sentirmelo dire finivo per credermi alla porta di un romanzo, dietro il quale fosse una for- tuna che potesse arricchirmi da un giorno all'altro. L'interesse che Paolo prendeva della mia nascita in- teneriva la madre •e le ragazze fino alle lagrime. Mi accarezzavano, mi offrivano il zabaglione con il marza- pane e poi, magari, quando lui andava al forno, mi mettevano a tavola con loro a mangiare qualche co- succia appetitosa messa da parte da Emma. Lei che con la bontà silenziosa faceva crescere tanta amorevolezza intorno al mio individuo, aveva l'aria di

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