Compagni! - anno II - n. 5 - 1 marzo 1920

COMPAGNI/ Ìt ufficia:li ,,a1 quali,· pù Uo-ro sfortuni}, capitavo Jra. i piedi. . . La. maJ.ed-etta circò1àre fu subito• ricono&ciuta .per· 11 frutto di uria « porca d,elazioue"; ma queHi en- 11O« • temp,i .grigi», ·e qnindi., .. oamhiamcnto di,cor~ pc; •raddorppi,ata sorv€.glìanza ed ist,rutt6ria i1~cò·r~o per tùÌ pr-ooesso che "a.rrenò » a;He porte dell'ufficio dell'av',·. friealc. • D6po 1$ gioi:1ii che ero smobilitato .(111iM'zo '191!)) , Ià circolare famc:sa uscì in 'que,! t.a·I giormtle; so{to qu•est0 titÒfo: i~_Doc1_1menti dì.s-fatt~sti ,i - ,uGomè· fu p1'epa1i-a.toOaporetto.,;. . . . . Già,· proprio così, fu preparato CaJJòret;fo !, -da infan1i arn;e:si di cfol,azir.J1e. e di odio (che magaiti oggi hanno là. tolla - - cambiati i tempi - di i,nvo– carò da noi' generòsifa) eh-e ina.l';prirono, ,esà,spei:ato, ri-c, tanti ga!.a11lu<,imi.r;ii che si videto sobtopo,sti ad una, 'disci1Jlùrn ecootiiònall,efatt'a di provocazioni:, ài tra,neUi, di to,rture mor;,,li e fisiche. Molti dei 11oi;tri 1n6rti « con,◊ senza ono.rè n., ·coè me mol'ti,;s.in.1id-ei rtostri c)(J111dannati a,thirgastoio ed all-a reclm,tione ,mili<yi,r.e, -pesa,nò tri,s.taù,ent.e sul!J1aéo– ·~cienza di quei tu.rp.i arrie-si di della.zi ,0,110 che, tro– vttridosi • .di fro11fo agli <1 w--...ampati » à;d ògn.i loro triL1follÒ,si hràdi&'.orio' tlè,nuncirundo, •una volta taTt 0 tò, s.è stéssi coFla ptihbEcazio,ne 4ei documenti deiRa • foro infamia e della loro vi,gliacche.ria. 14 febbraio 19:20. ìPPOLITO BASTIAN!, Eitr '· L'abolizione delln moneto 11 minisca.k:o •la.voraì;a •inquiet,o o ,di tanto in tàinto • ac0wnpag1iava con itl'lpr,ecaziÒni ò mooooI1 i 0olpi delUa mazza e dol ma,rte1-lo sull'incudine e sui forri. lo ilò richiesi cl-ella 'fagi.onc tleJ suo ma,lumo,rc. Cihe vuoi-e, ìni rispose, no,n si vive pii1 ! II ferro e il ca,l''h01iè. cost,anò un -0cchio, la. \itii, è ca,rn, o il la\ro,ro è male retribuito. ' • Prima della guerra, quasi tutti i contadini e le f.a.tto,i·ie p.a,gavano in gen;é,l'Ì e a.ilora, ,and.i!Na Tfone: in oa,sa non mancava nulla e pbchi HJJ.di bastavano ,pèr [,:e;· occo1rrènz-0. ..~lo-me! dissi io, }Jag.a.vano in geheri'1 Sì, mi 1'i'3J'.)OSe. Si pa-ttuivn, se ·co.sì _<'.i niaceiva,, con <Ogni cli.ente, per tutto il lavoro cl-OlJ'anna,t..-i, un compenso fisso in gni.uo, in legumi, in vino, in olio e alt,ro. Di tutto si oonsen~av:a quel ·tanto che ,e.ra sufficiente per i bisogni di famiglia, il resto si barattava co.11., altre co&c utili o si vén<l.,wa. Iùdì. -soggiunse: fo ,,ono stàto· a la.vorare,, nella mia. giovèu1ti1.,in mdl.ti paesi ddla Toscana, e quasi tutti à,wniano I.a stessà ·'usa1ua, ,rion solo per il coin– peheo dovuto ~il n1anisoalco o àl fabbro, nrn anche •• per .aJtti a;rte•fici o per -ogni opem 'prestata. O.ra bisogna, cormp,rar tutto e .non c'è mai ;;,hta- 1o.t.a11za d-en.aro ! • • Quest'uoi110, ·pensai, nor, sarèbbe •certo sconteà1to se l'aiholizione dc1~!.amùneta fosse già un fatto com- piuto! ••. :Mi ricò,rdai al,l.ora che anche nel ·me,zzo,gior.nodi Italia i ]a,V{)•TÌ a.gricoili sono in pal'te retribuiti in. na.tuta; p-er e,",ernpio in tutta la· l'ug1ia, al garzo;ne o dipen-de,nfo fisso. qu,aiunque ,sia la mansione. eoer– ci.tata oìtre a,:Ù.{l, pa,ga giorna:li-esra pattuità,. si corri- bibliotecaginobianco sponde un ,tomolo pi·g1_,,, ;i.~ mel>e, cioè _ci.rea M cl:iilog1tammi;• · ln, mo:1'tì altri luoghi, ai pastori e alle ope1·~ in gen-ere'.yieJie:i'iomministT/ato il vitto a11a c,ascina, aila;. fatt-0rtia:)), àlUn,-1~.a,00, còf&nka'i.i' . . 1- • ; •. NeHe c.,t1'upag'nètçisèane, uri1hre, emi:hane e di al• t.re pa,rti d'lfa,lia, vige il cosiddetto sist,ema a. :inez~ z.adria, e cioè ,i.a pe-r-fotta metà del racco.lto del ter, reno coltivato. cùétituisce la mcrcccle del contadino e dcj:l.a sua fa.mi.g,lia. Pochi gioriù pl'irna ch'io m'intrait.tènessi coi1 ma.• nisc:ttfoo, ·dhien,i po•ssidenti parlava.no in mia p,re,– &ènZJa,certo ..oon ì))inf,enzjone che anch'io e.s1:irime..ssi il mio :parere,, de.Ila notizia che in .Russia, il Gove1:nc . cléi Sovièt stava s,e,hamen,te studiando i1 modo di poter pr-occ:dète. alU 'a:ho,lizi,cH1,e della. moneta. ' Alcun1 ·di essi ;1oi1 nas~.on<lev'a.uoun (),Yrfo &go– IÌl.ento, ·ma l 1 a mà,ggiòr p,arte si· mostrava.no in.e.re• duh dieerido di• non poter conc.cpire co,me;&arè>bbero pùssi,bi·li i rappo.rti :Era,éompratore' ,e \.'.-Ollditoresen· za il<' i-aggua:glio della rnònèt.i e si abbaridoria.vano ancbf> a qua,kl,ic ri'ase ironica di cattivo gusto. . Certaime:nte a chi noù vuol persuader.si .d,e1,fa, :SO:rt! che .taècherà ìn un pi%sÌmo a·fl~enì,re alla. pr&prietà privata,, resta. assiti difficiilè· imma.gina,re che si p.ossa addiVGJiire a11l'ab_olizi◊nc de~la nioricta; ep1:iure que– sta i,1iì1ovazione è p?,rte int,ègraJc del p,rogra'mma co– munista. e sai-ii il mewo •i:adi,cale i5et metter fine a, tntti gl'i· abusi, -~ tutte le :rubei'ie ed·iì1giustizic che harrno fm1estato. it mondo da che fu eletto il dena,ro a 1·a;:ppire,senta1'e il I v4lor.e çleiUecose " de1' cravoro. L'adozione tleiJ.s;i,itema, .senza, 1rione.fa avrà, dun• que un'a.ccoglienza e11tu&ia &ti-cip-res.si :> le popo:laziòni lavomtrici di. tutti .i paeei del mondo. . • . Tn H~,lìa l'apnlìcnzione nè 'sai·'à a:ndie più fàcifo che· altrove, perchè i lav,tw;a,toriohe godono, il· benefi: e.o dei cc,mpensi . in J1atu.f.a e ne èonoscono i van• ta,ggi, clifosero_ s,empre strénuame1ite da qualunque tentativo di mattomissiono 1e consuetudini che, ho ricoTdafo in prin.eif>io, è cercaronò di mi,glioxa,rle e di a!1la,r.ga.rnol'uso. • Dd resto nessuùo .i:g:nora che il pja<tJ.'lieta d, noi a,bi.,pa-tooJfre gmtult.a-merite, tutto ciò ol1e p,roduce e che contie•ne. Quando gli uomini vivevano in m.òdo pfonitivo non,~vev,~\1;9.,:bi~o,gnoche d'i aJlungJu·e la. mane~ p,er impws,~·f/11,i,si .,i;le,i, frutti, deil~e erbe e, di qùa;Jchè .anilD.1,3,kittQ da g:ervi,re al loro .sobSltentament.o. Svih\pp,a,t,a,si l'intdEgenza e aip.mentati i bi,sogni fu niestieri aJ!I'u9mo d'impfogare ii1 m:a.ggio,rmisura la' proptia forza e le propri.e risor1: 1 e h1tèUettua1i pet'I venire .in po&Sesso di tutti i ']J'r◊dòtti e trasformarli' secòn,dò. i cliver5i tisi. à.i qua.li in,fondeva d.estima.T'li) . L'e,sercizio di qu~sta forza o di qu~t,e f,acoLtil.si'i chiama la:vo,ro. 11 fa,ioro è dunqu.e· nato con l'u<>mo .ècl ;; l'n.ii.icw fonte <le.lla·rfochezz:.i .. • Pel~hè .allo:ra ..non SOÌ1O i'iochi coloro che la,vo,ra,• no, ma. lo "sono invece qudlì che hanno denaro e1 ,,;;ivono,nell'ozio? P-èii'ohèda Hicoli, tut1i i lavoratori sono sistemar ticamente de.p,redati dal ca-pitalismo •Iadro. P riro3< che incominciasse :et delinearsi 1o sfruttar– n1ento deil'uomo per opera di itn altr-0 uo1no, cia.;cu– inO ~oi yr_op:rio ihworn provvide a oo ste&,o e rum' ai cu·ro d1 .a.Itro. " . • Con l'andSir cfol t-emp,6 fu notato che ila terira. tendeva in molti luoghi più di quanto era possibi~e co-nsuma.tsi e fu pensato di trarne profitto. Fsrattanto, si era inc-0minciat(Y a frugare il roitto– suolo, a èonOO{)e,rne util'izzarn-e i tesori, che rac– d1iudcva sotto forma' di metwìli, di •comhu;;,tilbili, ecc.. ccc. J%ber<:>inizio i tràf!ici. Si imp-ortò in un dato, ,luogo qiò che vi urnncav;i, por '.'.-Sl. )orta.me , ,ciò d1c vi

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