Compagni! - anno I - n. 21 - 1 dicembre 1919

COMPAGNI! iSon fatti, questi, e non congettti.re, che vengono iri appoggio alla ,r-agione; q11indt_ il vantato progresso altro non .sarebbe che decadenza, ove le provviden121e rivoluzionarie non socèoàessero. ·Ma quando? Sem– pre, dunque, l'affannata' umanità sarà governata cùa una ~retta· oliga,rchia di banchieri ? Svolgiamo la stòri.a: ossa ,ci indicherà quali furono le sorti di quei popoli le cui ri,cchezz(' s'accumularono nell~ mani di pochi patrizi. I Magno-Grnci iì,ono lontani da noi, e oomechè la loro sto-ria ci venga traman– data, ,attra.verso la nebbia, dei secoli, pure vediamo che ap pena pochi divennei'O i possessori delle ric·– ohezze socia.li. cominciò in quelle replÌb:bliche il pa,r– teggiare d el popolo; e sorsero, appunto allora i_ tu~ inulti; d'oride risultò il militare diepotismo; 'qmnd1 gli Aristoaemi, gli Anapili, i· Dionisii, i Faleridi ... Presso i Homàni gli avv,enimcnti si disegnano con 1·ecisi co:1torni; appena la: flOCietàvien divisa in po– chi ricdii. e nu merosa ed ignorante plebe, comin– ciano dai ma.li di questa suscitati, i tumulti. Tibc– ri.o e' Oajo Gmcc9, Sàtu.i-'ninò' Apn'Hiàn6, Livio Dru– so, lo stesso Catilina sono' genàosi che tentano fran– care il .popolo da schiavitù, allevi,are •1e sti.e miserie; la guerra sociale, la servile, la sparta;c:ida, la ma~ Tiana, la sertoriana; la catalaµzià, •furono i conati. di un popolo infelice contro l'usurpazione di ricchi; nia la cagione dei mali,· non· èackva· sotto i sen~i, non poteva per ciò suggerirsi dall'istinto_ il rimed1q, mancò qui~1di il ·concetto che aveese unificata e d1- ,retta l'universale volontà; il· popolo' fu sempr,e vinto, ma non perciò gli opule1iti pat:rìzi gioirono delle loro usu,rpazioni ;, a-d essi successe il dispotismo mi- .lita,re: quindi Mario, Sil,l.;:i,,Cesare, poi l'impero, i pretoriani che spogliarono ed_ oppressero ricchi e poveri. E gli etessi avveniùìenti Ji vediamo esatta– mente ripr·odotti nelle rcp.ubbli.che del medioevo; l'oli"'arcbi.a dei ricchi cadde sotto il dispotismo .dei vent;rieri. E presso i m9démi, qu,ali. sono i fatti che ossen•iamo? Chiunque, senza spirito di parte, si farà ad esamina.rli p-otrà ric,onoscere ch'es:;i sono del m:edesimo ca-ratbere di qnelli av-venuti presso i Magno Gr<ìCi, i Romani, il inedioevo; i tumulti, le o-Ùerre ci,ili si succedono,· il'·dispotismo militare Ìra, ;oi a carrÌone ~le.òoli csc'i·citi permanenti, 1:>iùpronto, già' s'est:i.1de su 0 tutti gli ordini, .viola giu,r:a.menti, calpesta leggi, vuota borse,.. . " Banchieri! monopolisti ! Gercate gioire del pre– sente, giicchè l'avvenire pon vi app.artiene .. Il po– polo non può ottenere il t ibnfo eh.e scroll~ndo ed abbattendo tutto l'edificio sòciale, ed in ta.1 caso 'voi perirete sotto le ru'ine; se poi il popolo è vintQ, e il dispotismo militare vi aspetta, la vostra morte sarà anche pii\ trista, e piìi violent4 .. Vedrnte a po,co a poe:o' vuotare le vostre bo,rse, e· morl'ete consunti; ' altra, alternativa non v'è; questo_ qe;ereto del destino il jnoaJrnellabile ». ~--====••====---~ 1 Mussolini in arresto, liberato dopo ventiquattro _ore... Ciò significherebbe, secondo la sciempiaggine· borghese, una specie di offertorio fatto dalle auto= rità ai socialisti, per ingrazìarsi il Partito vincitore. Ci'ò signifka invece, per noi, un, insulto, 11,n estremo sanguinoso insulto fatto al. nos'trò o dirit~o e alla DO= stra morale, al diritto e alla morale di tutti. Mus– solini, per noi, resta il _mandatario patente e con= fesso d'omicidio. Lo stesso « Corriere della Sera » hà potuto scrivere. ch'egli doveva essere imprigio= • nato dopo ìl 15 aP'rile. L'autorità, invece, l'arresta' e lo rilascia. Una comòtedià di processo, per la' 1ergogua di uu'assolll!Ziea~A a ·inobianco 1Jt1 viu di scumpo .• Anoora, e sempre, sull'enorme. dramma· n1,sso - ohe tanto apvass:iona ent1tsia,srna e oonforta - queste note d'1tn anonimo, 'tI1tte ispirate, al definiti1;0 in·seg·na1~iento d,i Lenin. • I Un anno è trascorso clacchè la gran:de fàke ha cessato di mietere, ed in questo tempo, p·iì1 che· mai i prolcetarì d'ogni paese hanno pot1,1to scor1g~re il tessuto di frodi,· di menzo,gne, di viltà e di di cri– mini che il capital:ismo .mondiale aveva filato sulla falsa trama cl:ella libertà, del patriottismo e de.lla deinocrazia:, _La realtà, ormai, mo.sfa-a il suo tristo ordito. Ricordate? Nel 1914, soffocata ogni libera voce, &tahilito l'imperio deHa "Violenza e della _spada,' parve d1e la roS€a handieri\, delI'I:Ò.ternà.zionalc fosse diYenuta simboìo d'uto:pia; e ovunque. la l:J0:rghe_sìa intonava il de prof11,ndis aì socialismo. (1) quantun– que i convegni di Kientha,l e di Zimmerwald dimo– strassero come anco·ra coloro che non si erano ven– duti alla causa borghese lavora<:lse1'0e soffrissero per quell'Id,,ale che ora ·a.fferma la sua necessità impe- riosa e ineìutt,abile.... , Pe.r c ;ò, ai· proletari condotti ad. ·uccid,ere altri. proleta.ri, fratelli nel dolore, asserviti ar:wh'e.ssi a.l lo ro cap1talism0, parve scompa.rsa ogni spem11za di salveZZ1a,cd un velo di mestizia calò sulle anime nostr,e. La violenza trionfava, l'odio· aveva il soprav– vento .:sull'amor.e, gl'innumerev.oli m:àrtiri delli.>.trin– cea 1 gli st1mti, l'albagia dei g,a llonati parve ro aver fìaecato ogni spirito libeTo ;- il proletaria.to- taceva. avvilito. Ohe cosa hanno fatto i v ostri soc ialisti • per evitare la guerra? E,ra. Ja èLÒmanda ri'tua.le, _mor– dente avvilente. E la risposta veniva, c ol suo si- •ni,str~ g,higno di menzogna,· dalla horgheaia 'stessà: « I socialisti si sono i,,en,dùti al Kaiser 1 ». E qu,est-o mentre ;;àu,rès era ucciso, mentre Adler si sacrifi– cava, mentre 1a voce di Liebtnecht vehiv_a.soffocafa in carcere, e la mitfaglia spezzava )ò gnda _delle. donne redamarìti nel fango di Pietrogntdo, i r,ra- •. • • ' . . . '.-. . . ' telli ,e gli spoei; mèntre le p,ng10rù s1 riempivano .. .dei compagni pii.1 diletti. e più forti,· e al nCIBtrò fianco ptiìlulav,ano torme di spie. II Ma venne, vBhne .il giorùo in cui i proleta,ri vi– dero éhe n·on tutto era •pei'duto. E la gioia, l'orgo– glio loro nun ebbe limiti. Venne il' giorno che da~la, Russià che tanto san,gue aveva dato alla borghesia, spuntò' ana, nuova luce che toccò tuttQ il mondo c~n· uno solo dei suoi bagliori, come, come un Eolo, raggio tocca « ] 1 e imiumerevoli end.e». . . . LaO'O'iìi ove il confli tto tra ca-pitale e lavoro era "" ' l' • pii'.1tra~ico che altr?ve: q.ov~ la_ corte de? 1 zar, pa- ragonabile alle pegg10n dell Asia barbanca, mostra• va tutto l'ohore di un regime infame ed assurdo;· là splendette, d'un tratto la fiaccola che illhmina 00'0-i la via al proleta.riato mondiale! "°e,aduti gli zar, credette la borghesia 'di Je-ç·ar an– cora le mani sanguinose sul popolo russo e di ,raf• forza.re coll'Intesa la. guerra contro l'infelice prole• ta riato tedesco, ma di nuovo il russo insorse e lqtl-0 e vinse. E le armi non lo fiacc,a,rono; ·e la rame non lo_ prostrò. Inso,rse contro i nemici tli- fuori e d~ dentro. Contro Koltciak ,e contro Deinikin; contro K&<enski e i cadetti. Qual beneficio ttvTe<hbè ·'Portato 'alla; s.tta ca1.1sa. l!!i

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