Compagni! - anno I - n. 10 - 16 giugno 1919

I COMPAGNI! naTe il conteono della neutralità fittizia. Gli Stati Uniti hanno :.Ssunto nel riguardo dell'Europa il me– desimo atteggiament_o, che prima l'In~Jiilterra av-eva già fatfo suo nel nguardo clel _contmente durante altre o-uerr.a e che essa cercava eh farlo valere anche in quZsto ultimo conflitto. Essi cercaYano sopratutto di indebolire un c::àmpo bclligeran!e <?011 l'i:,iut_o del– l'altro, intetvenendo n~lle operaz10m miht.a.n _solo in modo limitato onde potere sfruttare Ja s1tuc1,z1one .o, loro escl-usivo ptofitto. Conforme.mente rdl' uso americano, ì,;v.ilson è sceso da ultimo e ciò gli a.ssic-u-i;ò la vitto-ria,. . Le contraddizionj. dell·ordine capitalistico appa– rirono davanti all'umanità, in spguito a·lla guerra, sotto forma di sofferenze di fame. e di f,red-do, di epidemie e 1i demoralizza_zione mora,lc .. La questwne accademica del socialismo concer– nente la « teoria dell'imuovetimcnto » (Verelendungs, theorie) e la durata del passag.gio dal <:ap~talismo ~l cocialismo fu in questo m,odo 1neYocab1'l.mente n– solta,. Gli statistici ed i peda.nti .della teoria del rintuz– zam ento degli antagonismi scieiali 1 (~bstùmpf_ung d.er Legensiitze) hanno - nel corso ,d1 decenm - racc olto da tutti i cantucci ,dPl mon-do veri ed appa– renti argomenti pel' prova,re 1,'aumento della µro– sperità di singo_li ip·Hrpi e 6ategorie ,della cla..<;_se operaia. La teona ctell'1mpon)nmento, fu data p!fr sepolta sotto le spregevoli chiacchiere ,degli eunuchi assisi in cattedre borghesi e ,dei mandarini del l'op– porJ;unismo socialista.. Ma oggi, questo impoverì~ mento ci si pre&enta non solo eome un p,roblema di sociologia, bensì fisiologicamente e biologicament,e in tutta la sua spa\'entrvole realtà.· La catastrofe ,della gnena impPi-ialistica ha por– tato un colpo ,t tutte le conquiste della lotta profos– sionale e parlamentare. Eppm·c, questa guerra è scaturita dalle tendenze immar1'Cnti del capitalismo non meno di quelle macchinai:io1ii •economiciie e cli quei compromessi pa,rlamentari che essa ha a.nnegati I nel sang11è e nel fang-o. Il capitale finan,z1ario;. il quale ha J?'recipitato l'umanità nel Yortjc,e della guena, ha subito,~ esso stesso - in questa guerra un mutament,0 cala.strofico. La dipendenza dei contrassegni dei valori dalla base materiale del.l'indu,stria e .della produzione si. trovò compìetamente sconvolta. Perdendo sempTe e sempre .di piii il suo signifi– cato di mezzo e ,di regolatine dello scambio capitali– stico di prodotti, il denar.o cartaceo &i è convertito in mezzo -di requis,izione, di usurpazione e di violenza, mili t,a,re-economica. La trasformazio ne d el denaro ~rtaceo rispecchia. la crisi generale del.lo scambio capitalistico. • Già ,durante i .decen ni che avevano preceduto la guerra, la libera concorrenza - questo, ,regolatore del– la produzione e della distrihnzione - fu in tuttt– i principali rami dell'Eco-nomia, sopraffatta da un sistema òi trusts e di monopoli. Ma l'andamento della guerra le ha tolto definitivamente la sua fun– zione storica affidando il compito di regolarizzare la produzione che si f aceva ~ rima mediante gli :;tecordi economici al potere stata.le e militare. La. spartizione ,delle m aterie prime, lo sfrutta– mento degli strati petroliferi di Rct.1alilia o di quelli ,di Baku, del bacino carbonifero del, Don, la sorte toccata all.e locomotive, vetture ed automobili tede– ,-che, l'approvvigionamento dell'affamata Europa - .Q:rano e carne - tutti questi problemi fondamentali della vita economica mondiale sono regolati non più dalla libera concorrnruza, non pii1 attraverso le com: binazioni <lei trusts e consorterie nazionali ed in– ternazionali. bensì mediante l'impicg,o immediato del!~ forz_n militare nell'interesse della sua ulteriore conservaz1 _,,ne. Il dominio a.ssoluto del capitale finanzia.rio hru po rtato l'umanità al macello imperialistico,, durante 11 qua.le non ha soltanto trasformato lo Stato, bs>nsì si è miìi t~i7.;z.ato esso stesso, di modo che non gli è più possibile e.seguire la sua funzione fo,;darnentale economica se non ool ferr0 e· fuo<'o. . L'opportun iemo che, in nome della -graùuale tra– aforma.zio.ne della società ve~ il socialismo, spin- liotecagin bianco· gendo i lavoratori a11a moderazione - la quale du. ran~e la guerra, in nome dell'unione e della difesa naz 1 m;1alc, auspicava il ravYicinamento delle classi -:- esige nuovamente. l'autoabdicazion" del proleta– uato, e qu€'sta volta allo scopo di superare le tre– n:_i:endeco.nseguenze della guerra. SP questa, predica• zwp_c J)otesse essm· ascoltata dalle masse operaie, il caP,itali?mo sare~be. risorto a prezzo di sangue di P~·~ecch1eg~ner~z1oni .s,oti,ouna forma nu_ova, a,ncora. prn centraliizzata e prn fn·oce con una nuova pro– spe_tt1va ,dell'm_evìtabile guen~ mondialP.. Per for– tuna ,dell'uma,mtà ciò è impossibile. La ~tat~zzaz10ne ,dell.a vita. economica, contro la ql)ale 1I, hbE'ralrsmo capitalistico av€'va, tanto pro– t~stato, e un fatto compiuto. J: on vi. è più via di nte1rno da questo st-ato, non so.Jtanto alla Jibera con cor•renza, !!la _nf:a_ncbe al_ dominio di tnists, di sin– ~acati e d\ _srn;1J_i org;am,smi ~nom_ic~. Il di_Jeriirna si pone_ cosi. Chi sara ,dora mnanz1 11 latore della, prn,duz10T,1esta tale? _Lo stato imperialistico, oppme .lo stat,o ,Q;>l pi ·o.JC' tanato vittorioso·/ • .In ~,Itri t ermin i, )/umanità -divenà schiava di una e-ricca mondiale vittoriosa Ja auaJe - sotto il n_ome di "le,ga delle nazioni», 'coll'a'iuto di un eser– cito e di una flotta internazio:nale - rnbcrà e ~tra.ngoler~ &"liuni, 1rntrirà gli altri, porrà a. tutti • 1 prol_etanat1 ca.te1!e - con l'unico scopo cìi mante- 11;ere 11 suo do_mm10 J Oppu,re la classe operaia del– ] Eu.ro,pa e dei paesi più progrediti ,di altri l'onti– nenti s'impa.d.ronirà essa stessa dell'economi:,. mon– <l_iale di3trutt.a e rovinata per assicurarne la sua rrna~cita sulle basi socialiste'/ Lo stato nazionale, 11 qunre . .rra,,conierito alb; produzione capitalistica. una spinta potente; ~ di• ventato troppo angusto per lo sviluppo delle forze prodµttive. I piccoli Stati,. stretti tra le grn,ndi Poten7,t', si ,50110trovati perciò in nna situa.zione estremam':nt_e diffi?ile. Quest~ picc?li Stati, i quali., sono sorti rn vane epoche m gmsa, di residui· di terr~t~ri tagliati conJe SJ?icciolo pagato per. cliYersi ervig1 o çome_ cus?mett1 strategici 1 posseggono le loro propne .dmashe, le loro proprie crìcche domi– nanti, le loro rivendicazioni imperialistiche e le loro macchinazioni diplomatiche. Là loro apparente in– dipend-enza di fromte alla guPJTa P edificata sulla stes,a base, sulla quale si erigeva già l'equilibrio eu– ropeo, cioè sul perrt:Janente antagonismo dei due cam– pi i_mperia!isti. La guerra ha distrutto questo eqni- 11br10. Concedendo dapprima alla Germania un colossale oopravvent-0 essa costrinse i piccoli Stati a, cerca re la loro salvezza nella generosità dell'imperialismo te.de– sco. Ma. dopochè la, Germania è stata battuta, le bo,l' – ghesie dei piccoli Stati si son rivolti - ,insieme ai loro s,ocialpatrioti - all'imperialismo vittoròso degli Alleati, cominciando a sco,rgere le garanzie della loro ulteriore esistenza indipendente nei famosi punti del prograill!llla wilsoniano. Contemporaneamente a ciò, il numero dei piccoli Stati è cresciuto: le parti superstiti delFantièa monarchia austro-ungarica e dell'impero degli Ozar, si son eretti in nuo•ii Stati, i quali - appena nati - si acciuffano già vicE>n– devolmerrte a causa del1e delimitaeioni •delle fron– tiere. Nel frattempo, l'impotenza generale nella; quale si ti.'ovano le combinazioni impèrialistiche de– gli alleati gli uni di fronte agli alfri, li sping<;> a,d una specie di ma.lleveria reciproca. E mentre gh Alleati opprimono ·e vio,le.ntano le piccoli e deboli nazioni, -esponendoli alla fame ed all'avvilimento, essi no n cessano - esattamente, come tempo fa, so-– leva.no far(I gli impnialisti ,cl-elle Poten,ze centrali

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