Classe - n. 7 - luglio 1973

« dualismo ,. della struttura industriale italiana, il fatto che si siano sviluppate precisamente durante il secondo quinquennio di sviluppo ed in particolare trovino il loro terreno d'elezione precisamente nelle aree « forti » e nei poli di sviluppo, ci porta a riconsiderare in modo unitario, alla luce delle considerazioni sopra esposte, l'andamento del mercato del lavoro. Non è un caso che precisamente sul comportamento « anomalo » del mercato del lavoro italiano si sia venuto sviluppando uno dei più interessanti dibattiti fra gli economisti e i politici italiani. Richiamiamo i principali fenomeni: una forte e persistente emigrazione, una accelerata diminuzione della popolazione attiva, una costante diminuzione dell'occupazione lungo l'arco di un decennio (accompagnata da una parallela diminuzione della disoccupazione registrata), una diminuzione accentuata e poi una stagnazione .dell'occupazione industriale, una costante crescita della disoccupazione nelle classi giovanili, in particolare fra i giovani laureati e diplomati. Sul significato del fenomeno più macroscopico, la caduta della quota della popolazione attiva, e sul contemporaneo diminuire della disoccupazione ufficialmente rilevata, M. Paci 29 ha espresso una tesi che val la pena di considerare attentamente. A partire, grosso modo, dal 1963, il capitalismo italiano entra in una fase, di « maturità » o di « accumulazione intensiva », caratterizzata per quanto riguarda il mercato del lavoro da un • approfondimento• qualitativo della domanda di lavoro da parte del settore industriale più moderno. Gli operai richiesti sono quelli in possesso di certi requisiti: essi debbono essere maschi, non troppo giovani n~ troppo anziani, in possesso del titolo di scuola media inferiore, già socializzatinell'ambienteurban~industtiale. Si sarebbe determinata, cioè, una maggiore selettività della domanda di lavoro da parte del settore industriale, « congelando », in tal modo, le quote « deboli » del complesso della forza-lavoro disponibile nei settori e nelle aree arretrate, nelle quali si assiste ad un processo di « femminilizzazione » (vedi la scuola, l'agricoltura, il commercio ecc.). Il surplus di forza-lavoro disponibile cesserebbe in tal modo di costituire un « esercito industriale di riserva » nel senso che non avrebbe nessun effetto depressivo sul saggio di salario ·dei lavoratori occupati nell'industria. L'aumento della scolarità - incautamente prodotto dalle paure della borghesia su ulteriori possibili strozzature nel mercato qualificato del lavoro - e i costi elevatissimi che ha comportato negli ultimi anni il processo 49 Biblioteca Gino Bianco

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