25 Su questo problema, oltre alla già citata relazione di R. Alquad, vedi G. ALASIA e G. MURARO, Il voto degli op,rai Fi4t, in « Rassegna sindacale•• n. 40, 1961, pp. 1966-1969. "' Nel 1960 nonostante il tentativo della FIAT di b loccare la fuga dei tecnici attraver~ la concessione di consistenti aumen ti « per meriti », furono 120 gli cx allievi FIAT che si licenziarono. li JU.QUATI, Documenti della lotta di clasu alla Fi4t, cit., p. 235. 28 GARA.VINI, L'odierna condizione operaia alla Fiat e la proposta di pr~ /ungamento de/l'orario, cit., p. 1911. " ALQUATI, Documenti della lotta di classe alla Fiat, cit., p. 204. Per una informazione su tutte le variazioni dell'orario di lavoro alla FI AT, avvenute nel periodo 1955-1966, dr. FIOM-CG IL, Commissione Fiat, Contrattazione ed effeuiva riduzione de/l'orario di lavoro per tutte le settimane dell'anno, 1967, ciclostilato. lO Questo divario tra lotte ed organizzazione venne poi riconosciuto dagli stessi sindacalisti torinesi, che però lo imputarono piuttosto ad una mancanza dei lavoratori che non a una inadeguatezza delle strutture sindacali: « Non ~ emersa, tranne che negli scioperi e come vaga esigenza al momento delle elezioni cli CI. la concezione del sindacato come organizzazione cli massa nella quale gli operai si contrappongono collettivamente al padrone, per conqui• stare benefici per tutti; e questo spiega come, anche nei momenti politicamente assai favorevoli alla FIOM, che si sono tradotti in un forte aumento dei con• sensi elettorali e in un rafforzamento del rapporto cli fiducia con il sindacato , non hanno parallelamente portato ad un potenziamento dell'organizzazione, in uno spontaneo , volontario aumento del numero dei tesserati e degli attivisti • (P. FRANCO, La Fiat e i sindacati, in « Problemi del Socialismo», n. 19-20, 1967, p. 798). 3 1 FIOM-Torino, Prospettive di sviluppo dell'azione operaia alla Fiat, cit., p. 5. 32 Nelle elezioni di CI del 1959 la FIOM ottenne 18.100 voti e 30 seggi, in quelle del 1960 13.772 voti e 31 seggi, nel 1961 essa raggiunse la quota di 16.400 voti, che corrispondeva a 38 seggi; non era questo certamente un successo elettrizzante, ma era certamente l'indicazione cli una inversione di tendenza. 33 FIOM -Torino, Prospettive di sviluppo ..., cit., p. 3. 34 Ivi , p . 5. 35 Nonostante il Comitato Centrale della FIOM, tenutosi il 15 e il 16 fel,. braio, avesse attaccato e sconfessato l'iniziativa torinese, Emilio Pugno, segretario della FIOM di Torino, in un suo articolo su « Sindacato moderno., del marzo-giugno del '62, affermava che la dichiarazione dello sciopero del 6 feb- • braio era inquadrata in una linea sindacale giusta e coerente, ed aggiungeva: « La valutazione critica del momento dello sciopero ci riconduce all'insieme delle scelte della nostra politica alla FIAT e ribadisce una esigenza fondamentale: quella di stabilire un contatto reale con gli operai, di costruire con essi non solo il momento di critica alla situazione FIAT, ma il momento di coscienza della possibilità di modificare la situazione attraverso l' utilizzazione della forza sindacale degli operai, della lotta• (E. PuGNO, Il voto alla Fi4t, in • Sindacato moderno•• n. 2-3, 1962, p. 90). 36 Luciano Lama, uno dei segretari della FIOM, aprendo un dibatti to nel maggio del '61 sui principali problemi che avrebbero dovuto essere aflron. tati dutantc la lotta contrattuale affermava: • La FIOM e le altre organizzazioni sindacali dovranno in sostanza, in questa occasione, sciogliere nodi e prendere decisioni che avranno un'inBuenza importante sulla struttura e sullo stesso contenuto del contratto di lavoro per un periodo sicuro indeterminabile ma piuttosto lungo» (L. LAMA, Apriamo il dibaJlito sul contr41to lf4VOll4le, 384 Biblioteca Gino Bianco
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