tanza di questo fattore, e non abbiamo certo intenzione di disconoscerla o di sottovalutarla, tuttavia sarebbe stato possibile al sindacato di classe ricercare questa unità durante la lotta, direttamente alla base; e poiché proprio alla base era la forza della FIOM-CGIL, se si fossero investite maggiormente le fabbriche dei problemi posti dalla trattativa, si sarebbe creata una situazione in cui il sindacato di classe avrebbe potuto condizionare le altre organizzazioni e non esserne condizionato. Può essere indicativo del fatto che tutto lo svolgimento della lotta contrattuale fu determinato dall 'alto e che mancò, in una certa misura, il ricorso a tutto il potenziale di lotta che esisteva tra gli operai, proprio l'esempio della FIAT. L'entrata in sciopero degli operai della FIAT nel giugno del '62 40 , che non dipendeva soltanto dall'esistenza di una lotta generale di tutti i metalmeccanici, ma anche dallo sviluppo delJa situazione interna quale aveva cominciato a delinear si nel '61, fu usata in modo più che altro propagandistico, con una sostanziale sottovalutazione del significato politico che questa aveva 41 • E questo «uso» della lotta degli operai FIAT coincideva oggett ivamente con quella linea, che abbiamo già individuato, che vedeva soltanto il peso quantitativo delJa ripresa del movimento alla FIAT e sottovalutava la qualità di una lotta che colpiva il punto più avanzato dello sviluppo capitalistico. L'abbandono sostanziale delle rivendicazioni che riguardavano le condizioni di lavoro,- e che erano poi quelle- su cui la FIOM aveva incentr ato la sua iniziativa per anni, il rallentamento delle azioni di sciopero in funzione della tratta - tiva, mentre a Torino si era sempre sostenuto che la lotta non doveva essere subordinata al negoziato , l 'accettazione di misurarsi con la Fiat sulla base dell'iniziativa politica che questa prendeva, sconfiggevano tutta l 'azione che la FIOM torinese aveva coraggiosamente sostenuto di voler portare avanti. Alla base di questo comportamento del sindacato di classe c'era una non esatta comprensione della nuova politica che la FIAT stava portando avanti. Mentre negli anni della crisi Garavini esattamente valutava che la politica della FIAT non era di tipo fascista, non era cioè arretrat a, in quanto usava tutti gli strumenti più moderni di integrazione, nel momento della lotta contrattuale il sindacato abbandonò questa interpretazione e concentrò tutta la sua azione contro gli aspetti più arretrati della linea FIAT, quali la discriminazione sindacale e la rappresaglia. In realtà Valletta, per evitare una radicaliz375 Biblioteca Gino Bianco
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