4. La lotta contrattuale dei metalmeccanici nel '62-'63. Con l'entrata in sciopero degli operai della Fiat durante la lotta contrattuale, si ha anche un reinserimento nei ranghi dei sindacalisti torinesi e il loro adeguamento a quella che era la linea prevalente . nella CGIL. Questa affermazione può sembrare paradossale, ma crediamo invece che si possa spiegare col fatto che quando si è in una situazione di debolezza si possono tentare i più coraggiosi esperimenti ben sapendo di aver poco da perdere, mentre quando si ha un grosso potenziale tra le mani si esita ad usarlo per il timore che questo possa provocare una profonda radicalizzazione dello scontro. La situazione politica generale, caratterizzata dai primi tentativi di un nuovo corso politico funzionale alla dinamica di sviluppo del capitalismo avanzato, il centro-sinistra, e la forza che i sindacati avevano tratto dalla rinnovata carica rivendicativa espressa dalla classe operaia nel biennio '60-'62, davano al rinnovo del contratto dei metalmeccanici un 'estrema importanza 36 • Si trattava infatti di ridefinire il ruolo e la funzione del sindacato in una società capitalistica e di prefigurare il tipo di dinamica rivendicativa che avrebbe dovuto caratterizzare gli anni '60. ~ infatti significativo che le questioni su cui fu incentrato lo scontro fra padronato e sindacati non furono tanto le singole rivendicazioni che riguardavano l'orario di lavoro, il salario, la contrattazione dei tempi e le qualifiche, ma piuttosto la possibilità di definire una nuova struttura contrattuale che prevedesse vari livelli di contrattazione e la presenza del sindacato nella fabbrica. Da parte padronale si delinearono ben presto molto chiaramente due diverse posizioni su questi che erano i problemi fondamentali, posizioni che si identificavano da una parte nell'Intersind e in alcuni gruppi industriali più illuminati (FIAT, Olivetti) e dall'altra nella Confindustria che era allineata con i gruppi industriali più retrivi quale ad esempio l'Assalombarda 37 • Mentre la Confindustria, ponendo una pregiudiziale all'inizio delle trattative, negava di poter accettare l 'esistenza di livelli differenziati di contrattazione, e 'esigeva l'assoluto rispetto per gli anni di durata del contratto nazionale di una sostanziale tregua sindacale, l'Intersind si dichiarava disposta a riconoscere la necessità di una riforma del sistema contrattuale e proponeva un accordo ai sindacati. In esso venivano contemplati tre livelli di contrattazione: a) nazionale: attraverso il quale devono venir definiti gli istituti e 372 Biblioteca Gino Bianco
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