Per la FIOM torinese, e pm m generale per tutti coloro che esprimevano una diversa visione della contrattazione articolata, la lotta contrattuale doveva invece essere vista « come parte integrante, momento import ante ma unitario, dello sviluppo di una linea di azione che ha le sue radici profonde nella realtà aziendale e da essa discende, momento della battaglia per l'autonomia di classe o per un mutamento qualitativo nella condizione operaia e nei rapporti di potere » 34 • Quindi, se la lotta contrattuale doveva essere un momento di generalizzazione di tutta un'azione differenziata della classe operaia, e non un fatto sostitutivo dell'azione specifica e articolata, era necessario che essa trovasse i lavoratori della FIAT già in movimento . Infatti la classe operaia FIAT avrebbe potuto ritrovare un momento di generalizzazione delle sue esigenze o delle sue soluzioni nella lotta nazionale soltanto se questo momento fosse stato costruito precedentemente in una serie di lotte che, att raverso lo sviluppo dell'azione differenziata, avessero visto la partecipazione diretta dei lavoratori. Come conseguenza di questa interpretazione, e in relazione anche al perdurare di un forte stato di tensione all'interno della fabbrica torinese, va vista la proclamazione da parte della sola FIOM del famoso sciopero del 6 febbraio del '62; su questa iniziativa e sul fallimento che ne segul si possono ben misurare i forti contrasti, espressione di diverse linee poltiche che esistevano all'interno della CGIL e della FIOM. Se pesantissime furono infatti le critiche che investirono la organizzazione torinese all'indomani del 6 febbraio, altrettanto forte fu la difesa di questa iniziativa da parte dei responsabili. Non era in gioco infatti soltanto l'insuccesso di una giornata di sciopero (tantissimi scioperi erano falliti dal '55 al '62 alla FINI' senza che si verificassero polemiche all'interno del sindacato) ma tutta l'impostazione che l 'organizzazione torinese aveva dato al suo lavoro 35 • Pochi mesi dopo, la massiccia partecipazione operaia FIAT alla lotta per il rinnovo del contratto avrebbe poi dimostrato che la valutazione data dalla FIOM di Torino sulla disponibilità delle maestranze FIAT alla lotta era esatta; ma, per altro verso, il tipo di risultati ottenuti con il contratto del '63 ci dà la possibilità di verificare che il fallimento dell'azione articolata aziendale alla FIAT voleva anche dire il fallimento della linea politica che i torinesi avevano cercato di portare avanti. Biblioteca Gino Bianco 371
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