disincantato nei confronti dell 'azienda e a dichiarare che: « il mito FIAT è un bluff», è la dinamica della qualificazione. L'esempio forse più macroscopico di come opera questo fattore lo si può desumere dalla vicenda degli allievi FIAT. Sono, questi, giovani a cui per tre anni sono state inculcate delle convinzioni ben radicate: la razionalità dell'organizzazione FIAT, la possibilità di far rapida carriera dentro l'azienda e di affermare le loro capacità professionali, attraverso l'attribuzione di mansioni polivalenti. Ma la realtà con cui essi si scontrano, una volta entrati in fabbrica, è ben diversa: scoprono che le mansioni che sono loro attribuite sono monovalenti, constatano che la FIAT li ha formati per certe sue esigenze contingenti, che la tanto decantata polivalenza è un bluff, e che fuori da un dato sistema di lavorazione non valgono niente 25 • Se il mito di se stessi come « tecnici » cade, rimane però ancora la speranza di giungere al più presto possibile a quella mansione di tecnico con qualifica impiegatizia che alla scuola era stata garantita; rimane la speranza di fare carriera, e di svolgere un lavoro «pulito», con « la camicia bianca». Ma anche questo mito s'infrange ben presto, perché posti d'impiegato ce ne sono pochissimi in rapporto al gran numero che li richiede, ed allora gli ex allievi si licenziano e se ne vanno ,. , sapendo bene di poter facilmente trovare in qualche piccola o media azienda un lavoro più qualificato e meglio pagato. Un processo molto simile avviene anche agli altri due livelli, sia per gli operai qualificati - i quali, trovandosi di fronte a mano d'opera che già da 10 anni aspetta il passaggio di categoria, si accorgono che non potranno mai migliorare -, sia per gli addetti - macchina, destinati a rimanere sempre di « terza», i quali, una volta abituatisi al miglior livello economico della FIAT , cominciano a discutere sulle condizioni di lavoro e sui ritmi insostenibili. Sintomo di un primo maturarsi di una rivolta ancora individuale e frammentaria contro la condizione operaia nella produzione è il notevole numero di autolicenziamenti fra gli operai assunti più recentemente, numero che assomma nel 1960 a circa 3.000 unità. Ma oltre a questo rifiuto individuale, che vale solo come sintomo di negazione del tanto decantato « paradiso FIAT,. e della politica d'integrazione dell'azienda e dei sindacati padronali, cominciavano nel '60-'61 ad apparire, sia pure solo sporadicamente, dei fenomeni di solidarietà operaia e di resistenza collettiva, soprattutto fra i giovani tecnici e fra gli operai più qualificati. Si creano dei nuclei operai che cominciano a discutere con gli altri, affrontano i pro364 Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==