Classe - n. 7 - luglio 1973

gode di una situazione salariale e previdenziale privilegiata all'interno della sua categoria - la necessità di partecipare alla lotta contrattuale: e si tenta di farlo, innestando sulla lotta contrattuale stessa - la quale altrimenti rischierebbe, proprio per quella iniziale situazione di miglior favore che offre l'industria torinese, di sembrare sostanzialmente inutile - le rivendicazioni che più direttamente investono la condizione operaia nella grande azienda. 3. Fattori di ripresa della combattività operaia alla Fiat. Ma il movimento provocato dalla lotta contrattuale del '59 non era tale da mutare sostanzialmente il dato della condizione operaia, e quindi non poteva influenzare profondamente la situazione FIAT: sono gli avvenimenti del biennio '60-'62 che lentamente ma sicuramente erodono le basi su cui si sosteneva il mito della FIAT. Il movimento rivendicativo sviluppatosi in quegli anni al di fuori della FIAT , l'avvicinamento dei livelli delle retribuzioni esterne a quelle in atto alla FIAT, e il rallentamento della politica delle concessioni da parte della grande azienda torinese, particolarmente sottolineata dal blocco del « premio di produzione » ( il cui indice di intensità era fermo da quasi 10 anni), dal blocco del « premio di collaborazione », e dal progresso del « premio generale di stabilimento » in misura di gran lunga inferiore agli effettivi progressi del rendimento del lavoro, sono tutti elementi che contribuiscono gradualmente a ridurre il carattere privilegiato della condizione operaia FIAT rispetto a quella di molte altre aziende. Un documento della FIOM torinese, datato gennaio '62, rilevando a questo proposito un « rallentamento degli sviluppi più aggressivi del paternalismo e della discriminazione che hanno caratterizzato negli anni passati i rapporti della FIAT con i lavoratori e con il movimento sindacale», spiegava cosl il fenomeno: In questo campo la FIAT deve tenere conto: 1) del carattere non più strettamente unilaterale dello sviluppo, per il peso che assume la media industria metalmeccanica, l'industria dell'abbigliamento, della chimica, della plastica e via dicendo; 2) del corrispondente progresso dell'occupazione; 3) del progresso dell'occupazione particolarmente sensibile per gli operai qualificati e specializzati, sia per le nuove qualifiche che per le qualifiche tradizionali; 4) del rovesciamento nella tendenza del mercato del lavoro almeno per quanto riguarda la mano d'opera specializzata e qualificata; ,) di un'obicttiva ripresa della pressione per aumenti salariali e dai risultati di questa pressione soprat~ tutto grandi per la mano d'opera qualificata e specializzata; 6) del logoramento 362 Biblioteca Gino Bianco

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