come conseguenza, lo sviluppo di ritmi di lavoro sempre più veloci con l'aumento della produzione, portando con sé come conseguenza un più marcato logorio fisico per i lavoratori, per l'intensità dei ritmi a cui sono soggetti e, d'altra parte, permette ai padroni della FIAT sempre più lauti guadagni 11• A questa indicazione della FIOM, e al movimento d'opinione che questa aveva suscitato, la FIAT rispose con un accordo separato fumato il 22 maggio del 1956 con CISL e UIL, accordo che tendeva da un lato ad indebolire la forza dell'iniziativa del sindacato di classe, e dall'altro a salvaguardare saldamente uno di quei princlpi che è ancora oggi estremamente importante per l'azienda, vale a dire quello delle 48 ore settimanali nei mesi estivi, cioè nei mesi di alta stagionalità della produzione 12 • Se il problema dell'orario di lavoro aveva permesso un parziale recupero da parte della FIAT e delle altre due organizzazioni sindacali (l'accordo sull'orario conveniva molto alla CISL che aveva bisogno di suffragare con un atto sindacale di valore economico e normativo il risultato ottenuto nelle elezioni di CI del '55), c'erano però altri problemi su cui non era oggettivamente possibile per l'azienda una qualsiasi concessione: quelli, soprattutto, che riguardavano la contrattazione dei tempi di lavoro e dei cottimi su cui, il 18 luglio 1955, era stato fumato un accordo che lasciava mano libera al padrone. La scelta fatta dalla FIOM in ordine a questi problemi fu estremamente precisa, e fu precorritrice della linea che la CGIL avrebbe approvato al V Congresso: I lavoratori hanno diritto a condizioni di vita migliori, hanno diritto a ritmi di lavoro meno sfibranti degli attuali, e ciò è possibile fin da oggi attraverso il giusto riconoscimento del diritto dell'operaio a contrattare tutti gli elementi del lavoro a incentivo - tempi, ritmi, organico delle lince - in modo da garantirlo dall'arbitrario taglio dei tempi e dall'accentuazione dei ritmi 13• E ancora: :I! difatti da rironosccre che, se è pur vero che l'introduzione di nuove macchine e il miglioramento dell'organizzazione del lavoro hanno in alcuni casi ridotto lo sforzo fisico del lavoratore, è altrettanto vero che il ritmo, cioè l'intensità delle singole operazioni, è notevolmente aumentato. Oggi quindi il problemache si pone non è più solo quello del singolo tempo di lavorazione, ma, difendendo questo, di riuscire ad ottenere un ritmo di lavorazione meno intenso dell'attuale. Si tratta in ultima analisi di stabilire preventivamente e nel cono delle lavorazioni, attraverso una trattativa tra i rappresentanti dei 357 Biblioteca Gino Bianco
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