Classe - n. 7 - luglio 1973

Il merito della FIOM torinese fu di aver intuito che questa scelta era la sola possibile, e anche la sola che desse un contenuto reale alla svolta del '55. Il postulato di tale scelta era - citiamo ancora Garavini - che le conseguenze del progresso tcmologico, caratteristiche del capitalismo monopolisùco, sulla natura del lavoro e sulla composizione dclla classe operaia fossero in ultima analisi quelle di aumento dello sfruttamento in termini di pluslavoro, d'intensificazione del lavoro particolarmente nell'aspetto del ritmo, di negazione dei valori professionali reali . Il valore di questo postulato stava e sta nello acquisire questi termini dello sfruttamento, nella novità del progresso tecnologico caratteristico del capitalismo monopolistico all'interno delle grandi fabbriche, e ciò mentre vi era la tendenza a derivare le ragioni dello sfruttamento esasperato e delle pesanti condizioni di lavoro da una carenza di progresso tecnologico e di dinamica degli investimenti , e non come natura del progresso temologico capitalistico 9 • Si lavora quindi molto in prospettiva e si individuano delle rivendicazioni che proprio per la loro fondamentale importanza non possono certo dare risultati di successo immediato, ma che piuttosto devono prefigurare una linea di tendenza 10 : di questo tipo è infatti la richiesta avanzata nel settembre del '55 dalla FIOM provinciale alla Direzione Generale Fiat della riduzione dell'orario di lavoro a 40 ore settimanali con il salario integrale di 48 ore. Mentre la CISL, sfuggendo ad un giudizio sulla sostanza e ad un impegno preciso in questa direzione, sostiene che questa è una rivendicazione che non deve assolutamente essere posta a livello aziendale, ma piuttos to deve essere risolta a livello europeo, la FIOM motiva questa scelta rivendicativa in base a due ordini di problemi. In primo luogo, la riduzione dell'orario di lavoro deve essere vista in funzione di una diminuzione della disoccupazione e quindi dell'eliminazione del ricatto continuo esercitato dalla mi - naccia di licenziamento; in secondo luogo, come risposta alle condizioni di lavoro create dal rinnovamento tecnologico e dalla riorganizzazione produttiva. In questo senso si esprimono i membri di CI della FIOM: Vi sono noti i motivi che h~o indotto a presentare la richiesta per la riduzione della settimana lavorativa a 40 ore a parità di salario di 48. fl risaputo da tutti che il rapido sviluppo tcmino e scientifico degli strumenti produttivi permette alle grandi industrie in modo particolare, lo sveltimento dei rittni produttivi, facendo cioè maggior produzione in breve tempo. Nel nostro stabilimento, alla Mirafiori, l'ammodernamento degli impianti e l'iniziale applicazione dell'automatizzazione in alcuni ,enori di lavo,o ha 1V11to, 356 Biblioteca Gino Bianco

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