Del resto l'indicazione data dalla CGIL a questo proposito si inquadra in un'analisi della realtà economica italiana, comune in quegli anni a tutta la sinistra di classe, viziata da gravi limiti: un'analisi che contrappone a un presunto « malthusianesimo » dei monopoli, accusati di strozzare lo sviluppo produttivo, il produttivismo della classe operaia, più che mai consapevole dei suoi doveri « nazionali », e che lascia in ombra le modifiche strutturali che si verificano all'interno del capitalismo in senso del tutto opposto a un'ipotetica « arretratezza » 4 • A proposito dell'indicazione della « vetturetta » in particolare, è interessante citare la valutazione autocritica compiuta recentemente da Garavini in una sua lezione sulla storia della Fiat: Posso ben dire, come uno dei protagonisti, che si trattò di un'iniziativa non molto felice, per due ordini di ragioni: perché l'isolamento dei lavoratori della FIAT non poteva essere spezzato se non puntando su ciò che le loro condizioni di lavoro imponevano a tutto il movimento operaio, come nuova problematica dello sfruttamento e come temi di lotte comuni, e non pun4 tando sulle contraddizioni interne del capitalismo; perché la visione che ne risultava delle condizioni del monopolio della FIAT era ingenua e tradizionale, nel senso che al di là di episodi transitori di contrazione produttiva, questa stessa posizione di monopolio tendeva a affermarsi non in un contenimento della produzione, ma in un suo sviluppo, anche a prezzi relativamente limitati, per avere un mercato di massa. Comunque, la FIAT la vetturetta l'avrebbe fatta, e la fece, senza che ne risultasse alcun elemento di contraddi. zione della sua linea d'espansione monopolistica s. Se questa linea politica poteva ancora essere giustificata nel momento della crisi, non si può invece assolutamente giustificare il fatto che la FIOM impostasse ancora la propria propaganda sulla vetturetta nel '55, cioè quando il monopolio torinese era in un periodo di grande sviluppo. Consultando le relazioni radio che i membri della CI della FIOM tennero alla Mirafiori, che coprono tutto il periodo della crisi sindacale, cioè gli anni '55-'61, si possono seguire le tappe del rinnovamento della linea rivendicativa della FIOM alla Fiat dopo la sconfitta del '55 6 • p pare questo il metodo più corretto per accostarci alla comprensione di quel lungo processo di recupero da parte della FIOM di tutta una tematica sindacale legata alle condizioni di lavoro in fabbrica, in quanto le relazioni radio furono per anni in pratica l'unico mezzo di comunicazione dell'organizzazione di classe con gli operai Fiat e in quanto in esse, proprio per l'importanza che avevano, erano rispecchiate invece le 354 Biblioteca Gino Bianco
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