12 anni non pagavano le marchette: hanno cominciato a pagarmele a 1, anni. Sono entra ta nel '32 e ho lavorato tre mesi senza essere pagata; dopo mi hanno messo con una donna, un'altra operaia esperta (e questo fatto era generale per il mio reparto, la menda). L'apprendistato dunque era cosl: ho lavorato tre mesi senza compenso; dopo non mi hanno dato la paga; mi hanno messo con una ' metti.fili' provetta; se questa prendeva, ad esempio, 100 lire, mc ne dava a suo discernimento 20-30 lire. E questo è andato avanti fino al • '40 circa. Un fatto : la mia I veda', cosl si chiamava, si è ammalata ed è rimasta a casa quindici giorni ; io ho lavorato con pezze più buone da fare perché non ero molto pratica e avrei dovuto prendere 200 lire. Questa donna, ricordo, mi dava il 32%: su queste 200 lire, me ne ha date solo 32, pur essendo rimasta a casa. La paga quindi dipendeva dalla simpatia della 'c apa'; col padrone non c'era rapporto». Ancora: « Per quanto riguarda il lavoro, prima della guerra si lavorava tanto ma non si guadagnava. Ricordo che mio fratello, guardando i contratti di lavoro, vedeva che alcuni reparti non erano pagati in base al contratto fascista; ma allora nessuno parlava. D1Alessandro, il sindacalista, riusd a fargli dare gli arretrati; ma poi D'Al essandro è dovuto andare via. Dopo la guerra si produceva di più; la produzione aumentava, ma non il guadagno. Comunque si poteva controllare il lavoro; si aveva una tariffa, una qualifica. Durante il fascismo, oltre a non sottostare al contratto, Marzotto è riuscito a far andar via anche il segretario dei fascisti; il contratto, in definitiva, era pro forma ». 84 « Bollettino dei Lanifici », aprile 1937. 85 « El Visentin », 20 dicembre 1924. 86 Nel gennaio del '28 appare sul « Bollettino » un nuovo appello a lasciare una giornata cli lavoro a favore degli ammalati. 87 Intervista a Gino Perin. 88 « Bollettino dei Lanifici», gennaio 1928. 89 Int ervista a Gino Perin. 90 « Dopo il '21 il PCI non è stato più organizzato come prima, c'erano pochi militanti. [ ...] Durante il fascismo il partito era del tutto disorganizzato, bisognava fare tutto di nascosto. C'era un compagno capotreno che portava a Valdagno « l'Unità» nascosta nelle balle di lana destinate alla fabbrica. Poi avvisava i compagni che, a turno per non destare sospetti , chiedevano un permesso di un'ora, uscivano a prendere le copie e poi le distribuivano ai compagni e agli operai simpatizzanti » (intervista a Gino Perin). 91 Addirittura secondo l'operaio Sergio Perin, questi episodi erano impcr stati a livello culturale, sociale, restando però cli carattere frammentario, episodico. " « Bollettino dei Lanifici», maggio 1946. 93 Ibidem. 94 I bidem. 95 I bidem. 96 « Bollettino dei Lanifici», luglio '46. '17 Vedi verbale di riunione tra la CI e i rappresentanti del lanificio del 26 luglio 1949. Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==