sorprendono molto solo se si tiene conto dell'effettiva forza di questa industria: nel 1931 sono stati impiegati in media 400 operai che hanno lavorato 4.050 ore più del 1930 71 • Questi aumenti di personale ingrossano sempre più l'organico della fabbrica . Nel 1933, l'insieme delle industrie Marzotto (comprese quindi anche le nuove fabbriche, che però hanno una incidenza piuttosto limitata), consta di circa 8.500 operai. Bastano queste poche cifre per rendere l'enorme sviluppo effettuato, soprattutto se paragonate a quelle di appena qualche anno prima 72 • Nel 1934 le difficoltà di mercato che incontrano i rami di Pettinatura e Filatura, non colgono impreparata la Marzotto che, avendo tutto il ciclo produttivo, può ammortizzare le perdite di questi settori attualmente in crisi con l 'andamento ottimale della Tessitura. Inoltre il contingentamento della lana, decretato appunto in quell'anno, unitamente alla politica di spartizione attuata dal CoGeFaG nei confronti delle pochissime industrie inserite nel controllo della Giunta Lane (ricordiamo come Ernesto Rossi considerasse questo un terreno privato dei Rivetti e dei Marzotto), la poneva in condizione privilegiata, nel contesto delle altre industrie del ramo. Il controllo statale dell'importazione della lana veniva a favorire le grosse imprese esportatrici, e tra queste in primo luogo la Marzotto, in quanto che lavorando per l'esportazione poteva ottenere una maggiore assegnazione di lane 73 • Ormai la Marzotto ha raggiunto una posizione di stabilità nel gioco di potere della ridotta « cricca » industriale laniera . Nessuno può ormai negare o minimamente opporsi al continuo aumento delle attività lavorative della fabbrica. Con Io scoppio della guerra d'Africa la Marzotto è anch'essa in prima linea, con la produzione di panni militari kaki. Continua l 'aumento dell'organico, e gli enormi introiti derivati dai finanziamenti statali alla produzione bellica si traducono subito nell'acquisto di altri stabilimenti, quello di Brebbia e quello di Pisa che, acquistato nel 1937, abbisognava di radicali rinnovamenti per cui occorreranno ben tre anni di lavoro, prima di poterlo vedere produttivo . Evidentemente la guerra, come sempre anche per il passato, segna favorevoli momenti produttivi per il nostro industriale , che non perderà l'occasione di rendere sempre più potente la propria posizione, limitandosi, verso gli operai, ad un « sincero » ringraziamento per i sacrifici sopportati « insieme» nel nome della comune Patria. Una battuta d'arresto, peraltro molto ridotta nel tempo e nella portata, viene segnata dall'introduzione della politica autarchica del 337 Biblioteca Gino Bianco
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