Tipografi e dei Muratori. Non è compresa la Lega Socialista il cui intervento, in un ordine del giorno presentato al quinto comizio da Lazzari, bilancia la solidarietà per lo sciopero in corso con la deplorazione « che una lotta cosl grave sia stata iniziata dagli operai meccanici senza un periodo di preparazione e di organizzazione » 83 • Il comune intento unitario a favore dei meccanici è evidente, anche se la valutazione sui metodi per rendere lo scontro vincente non è sempre univoca. I contrasti si evidenziano particolarmente nelle assemblee dove, alla tendenza più moderata che si esprime nei vari tentativi di mediazione del Gnocchi Viani il quale, per la sua stessa posizione di consigliere comunale, diventa l'interlocutore più apprezzato dalla controparte, si oppone quella più estrema di alcuni operaisti ed anarchici (Casati e Fontana) che puntano sulla radicalizzazione dello scontro, espressa nella richiesta dello sciopero generale di tutti i lavoratori milanesi. Questa proposta trova però una decisa opposizione in alcune delle più forti società di mestiere (i tipografi), per il danno che ne deriverebbe « nello stato attuale dell'organizzazione locale [ ...] alla causa generale dei lavoratori» 84 • Anche Turati, che con gli articoli apparsi sull' « Italia del popolo » .,, si batìe vigorosamente per l'abolizione del cottimo, assume un atteggiamento fermo ma realistico. Rientrato dal Congresso di Bruxelles, a sciopero già iniziato, fa immediatamente presente , unitamente alla Kuliscioff, la durezza della lotta dalla quale sarà difficile uscire vittoriosi. Entrato a far parte della Commissione, prende atto della sconfitta dopo il fallito tentativo di mediazione di via Circo in cui si impegna personalmente. Per tale motivo non esita ad appoggiare nell'ottavo comizio l'ordine del giorno del consigliere provinciale Bertini a favore della cessazione dello sciopero, ordine del giorno che verrà bocciato dall'assemblea. Deve infine considerarsi positivamente, nello scontro duro e perdente dei meccanici, la solidarietà che essi seppero suscitare nella classe lavoratrice italiana e straniera. La raccolta di una somma di lire 10.651,90 86 (alla quale contribuirono dai tipografi milanesi ai metallurgici di Berlino 87 ; dalle sartine " alle contadine cremonesi di Pieve d'Olmi che « non avendo altro da offrire, portarono ai collett~ri piccole canestre di uova » 89 ; dagli operai italiani organizzati nella Colonia di Crayford (Inghilterra)., alle innumerevoli società e organizzazioni operaie di molte città italiane), consentl non solo di soccorrere le vittime dello sciopero, ma anche di affrontare il problema sulla cui inderogabile soluzione unanimamente si concordava: l'organizzazione. Infatti la mancanza di una forte Lega di 297 Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==