adatta a contrastare validamente la controparte e approvata. I rappresentanti della ditta Miani e Silvestri che offrivano una parte del loro salario, vennero immediatamente invitati a scendere in sciopero. Sciolta la riunione, i membri della Commissione si recarono all'Unione democratica sociale ove venne redatto il manifesto d'invito alla progettata manifestazione. 29 agosto. - La mattina successiva il sindaco non ebbe nulla in contrario a concedere l'Arena per il comizio del giorno 30 purch~ fossero rispettate « le formalità cli legge ». La sera, nella ormai consueta assemblea operaia alla quale intervennero anche Turati e la Kuliscioff, si riaffermò che lo sciopero dell'intera categoria era l'unica arma che poteva rendere possibile la vittoria nella lotta intrapresa. Benché Turati avesse alquanto smorzato le speranze dei lavoratori su eventuali aiuti delle Trade-Unions e la Kuliscioff avesse sostenuto che ottenere l'abolizione del cottimo senza una forte organizzazione era cli.flicilee sarebbe stato meglio limitarsi a chiedere un aumento di salario ed un miglioramento delle condizioni che lo regolavano, gli operai presenti rimasero saldi nel loro proposito e intenzionati ad ottener.e nel comizio dell'indomani l'estensione dell'agitazione. 30 agosto. - Il meeting degli scioperanti indetto per le 11,30 riusci « numeroso ed ordinato ». Oltre tremila persone erano confluite all'Arena per decidere la proclamazione dello sciopero generale della categoria e sui mezzi per effettuarlo. Gli interventi « in meneghino, per meglio intendersi », si incentrarono sulla abolizione del lavoro a cottimo « riconosciuto deleterio all'operaio e finanziariamente e fisicamente ». A Cappellini il quale spiegava che il lavoro a cottimo era retribuito « con mercedi cosl meschine da non permettere [ ...] di guadagnare che una magra giornata, pur lavorando da un'alba all'altra », era seguito il meccanico Levaci che deplorava « una concorrenza disastrosa constatata nelle officine fra un operaio e un altro» ed ancora l 'operaio Ventura che, soffermandosi sul caso dell'Elvetica, « tarta ssa[va] a sangue l 'ing. Breda, accusandolo cli non calcolare negli appalti a condizioni ridotte il danno che reca[ va] ai suoi operai nel sottoporli a continue riduzioni di salario, mentre lui invece guadagna[va] a bizzeffe, avendo già tutto _il materiale e gli utensili pronti per ogni nuova commissione preparati in occasione di antecedenti affari ,._ Il Brando e l'anarchico Bianchi precisarono, nei loro interventi, i termini dello 288 Biblioteca Gino Bianco
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