Classe - n. 7 - luglio 1973

giorno Casati 19 approvato il 17 settembre nell'assemblea tenuta nella sede della Federazione stessa. Questo documento, esprimendo sfiducia nei precedenti tentativi di soluzione, negoziati a livello governativo, ove « la mancanza di lavoro non può essere risolta » 20 , mirava, secondo un rapporto riservato del questore di Milano al prefetto, ad « obbligare il precedente Comitato a dimettersi, per nominarne uno nuovo che meglio corrisponda e attui le idee socialistiche di condurre a qualunque patto gli operai meccanici ed in genere tutti i disoccupati al disordine ed alla sovversione » 21 : ossia, traducendo dal linguaggio burocratico-poliziesco del questore, ad una più puntuale e politica indicazione di lotta. Di fatto, la scarsa consistenza organizzativa non poteva ancora consentire di giungere alla costituzione di quella « lega del lavoro fra gli operai meccanici con una cassa di resi8tenza per soccorrere· i nostri compagni in lotta con il capitale » 22 , che veniva auspicata nel programma della Federazione. Si trattava di una fase di transi- . zione che il perdurare della disoccupazione e soprattutto lo sciopero contro il cottimo faranno superare. 3. Il cottimo nell'industria meccanica. ~~~v •~l ~~.%:::]t_f;! ""'1.ç,_,jt,"~~~ ~ La « bisca del cottimo», come, con efficaceespressione, fu definito questo tipo di remunerazione del lavoro 23 , era stata introdotta nelle officine milanesi addirittura con il ricorso, da parte dei lavoratori, allo sciopero 24 • Nella industria meccanica era di comune applicazione il sistema di « un tempo e mezzo » e di « un tempo e un quarto» 25 , individuale o di squadra. Infat ti si fa[ceva] un contratto tra una ditta e un operaio, il quale, o da solo, o associandosi altri operai, si obbligava a fare un determinato lavoro per un determinato prezzo. Ad esempio, un operaio, a cui era assegnata una retribuzione fissa di 25 centesimi l'ora assumeva un lavoro a cottimo per il prezzo di 75 lire e lo compieva in 200 ore. Se quell'operaio avesse lavorato a giornata in quelle 200 ore avrebbe guadagnato, in base alla retribuzione di 25 centesimi all'ora, 50 lire. Le 25 lire in più che aveva guadagnato lavorando a cottimo rappresentavano ciò che veniva chiamato utile o benefizio del cottimo e che in questo caso corrispondeva al 50% 26. Che quel lavoro dovesse essere effettuato in 200 ore veniva però stabilito dal padrone in base « al tempo che vi impiegava il 281 Biblioteca Gino Bianco

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