Classe - n. 7 - luglio 1973

punti dell'ipotesi di accordo. Per il secondo turno , assembleainformativa con Calaminici. Il 22 assemblee decisionali. Il I turno , assemblea di circa 1.000 operai-impiegati tenuta da Tiboni cui partecipa S. Antoniazzi segretario provinciale della FIM in sostituzione di Lcttieri; riunione ancora movimentat a, insoddisfazione per i vari punti della ipotesi, un gruppo di impiegati per protesta abbandona; alla votazione c'è casino, viene ripetuta quattro volte e alla fine l'ipotesi risulta respinta di stretta misura. Il II turno , con circa 600 presenti, intervento di Bellocchio, richiesto espressamente dagli operai; anche qui insoddisfazione sul modo come è stata portata avanti la consultazione, critiche alla incomprensibilità del volantino con le ipotesi di accordo, per cui gli operai sono chiamati a decidere su cose che non conoscono; critiche per i « soldi freschi» (I' « una tantum» nel gergo dell'Alfa) che sono pochi, per le 4 settimane di ferie che sono rimandate al '74. L'ipotesi viene quindi respinta con una maggioranza notevole. Anche uno staccato dell'Esecutivo vota contro . I sindacalisti tendono a non ritenere determinanti queste assemblee non espresse dalla maggioranza degli operai; dicono che gli operai non hanno capito il contenuto dell'ipotesi e che si sono fatti condizionare dal volantinaggio dei gruppi diventato particolarmente insistente in quei giorni. Davanti alla quinta portineria c'erano stati infatti scontri verbali (e anche spintoni e sberle con quelli di « Lotta comunista») tra i gruppi e alcuni membri dell'Esecutivo . Presumibilmente hanno votato contro gli impiegati e gli operai che fanno riferimento ai gruppi. Anche a livello di FIM e FIOM larga parte della base ha rifiutato le indicazioni del Provinciale e della Conferenza dei delegati tenuta a Firenze il 19-20 marzo. La settimana si conlude il 23 marzo con un'ora di sciopero da farsi con uscita all'ultima ora, sia per il I che per il II turno. _ Adesione non totale, il 20% si ferma a lavorare, tra questi alcuni operai che erano stati tra i più attivi nella lotta. Per 10-15 giorni in fabbrica ci si ferma per attendere la conclusione della vertenza nelle aziende private. Gli operai si pongono molti interrogativi: quand'è che si va a firmare il contratto, quando prendiamo gli arretrati, le ferie, i provvedimenti disciplinari ecc. L'Azienda coglie il nuovo stato d'animo in fabbrica e incomincia a dare i biglietti per il lavoro straordinario al sabato (era dall'inizio della lotta che non lo faceva più), ma però si tira indietro di fronte alla reazione dell'Esecutivo é dei singoli delegati sulle linee. 274 Biblioteca Gino Bianco

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