Classe - n. 7 - luglio 1973

Il concentramento come d'abitudine è fissato in piazza Firenze da dove parte un corteo molto numeroso e combattivo . I giorni precedenti solito volantinaggio e vendita dei quotidiani « Lotta Continua», «Manifesto» e « l'Unità». C'è anche Comunione e Liberazione, è la seconda volta che viene a volantinare. Alta la partecipazione dell'Alfa con striscioni e bandiere, questa volta caratterizzata però da slogans politici, la maggior parte riportati dai compagni che erano stati alla manifestazione di Roma. Alcuni sollevano la reazione di compagni PCI che li ritengono gruppistici . « Nord Sud uniti nella lott a », « Il posto di lavoro non si tocca - Viva la classe operaia in lotta », « No al fermo di polizia - governo Andreotti ti spazzeremo via », « La classe operaia è forte e vincerà ,., « Fascismo no riforme sl », « Andreotti babbeo beccate sto corteo,., « Andreotti Malagodi assassini farete la fine di Mussolini » ecc. ecc. Intercalata di tanto in tanto « Bandiera rossa ». Sotto il palco un operaio dell'Alfa di Arese vestito da robot con la scritta « I padroni ci vogliono cosl » . Parlano Mantegazza, Breschi e Romei. Verso la fine di febbraio riunione del Consiglio di fabbrica; si discute della situazione contratt uale e dell'avvio del tesseramento unitario . Su questo punto viene confermato l'impegno di raggiungere tutti i lavoratori non iscritti per portare la FLM milanese sui 200.000 tesserati; appello ai lavoratori perché oltre alla tessera unitaria dell'FLM « esprimano anche la scelta della Confederazione ». L'insistenza su quest 'ultimo punto indica un ritardo unitario a Milano in contrasto con le decisioni scelte a Genova, e poi confermate ad Ariccia nel CG del 9-1 O gennaio, della « adozione della delega unitaria in tutta la categoria». Ai primi di marzo ad Arese vengono sospesi i reparti « Forgia » e « Fonderia » per lo sciopero a scacchiera proclamato dal CdF. Alla richiesta di spiegazione da parte degli operai, netto rifiuto del dott. Betti della Direzione; gli operai insistono, il Betti aggredisce il delegato Calandra ferendolo a un occhio. Seguono: il licenziamento in tronco del Calandra e poi il suo arresto, unitamente ad altri due operai della fonderia; messa in cassa integrazione di alcune linee col pretesto della mancanza di materiale per gli scioperi alla Forgia e Fonderia; e dal 12 marzo sospensione per 3 giorni di 6.000 operai tra Portello e Arese. Risposta immediata delle organizzazioni sindacali. Assemblea generale aperta alle forze politiche, sociali, alla stampa e ai lavoratori delle altre tabbriche per lunedl 12 marzo (inizialmente erano stati invitati anche gli studenti, ma•poi la FIOM si è opposta). L'assero270 Biblioteca Gino Bianco

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