Classe - n. 7 - luglio 1973

erano corse parallele per tutto il '71-'72: operai delle imprese e operai chimici, settori metalmeccanici (vedi lotta della SAVA) e settori chimici, operai chimici delle fabbriche più « tradizionali » (Fertilizzanti e Azotati) e operai chimici della Chatillon e del Petrolchimico, strati operai e impiegati. All'inizio di novembre, la FILCEA tiene un Seminario per discutere la vicenda contrattuale e le prospettive di ripresa del movimento. Perini, il nuovo segretario provinciale della FILCEA, svolge un'importante relazione, in cui ricerca le « radici profonde » del « no » al contratto, liquidando qualsiasi interpretazione (che ancora emergeva) di carattere «corporativo» o, peggio, come già abbiamo visto, «contadino». La discussione che poi si inizia sui modi concreti di andare ad un superamento del contratto, per riaprire le questioni dell'orario e delle qualifiche, è fondamentale e getta le basi degli sforzi più recenti di definizione di una nuova piattaforma di lotta. La direzione in cui si muove il PCI è sostanzialmente analoga e sfocierà nell'importante Convegno di marzo (non a caso tenutosi a Venezia), dove al centro del dibattito saranno i problemi della ristrutturazione, dell 'unificazione di classe e degli obiettivi di lotta. È certo una fase ancora confusa, « sperimentale », ma che dimostra nei fatti l'esigenza di superare le posizioni dell'accordo contrattuale e, più in generale, i ritardi del movimento nel suo complesso nei confronti del settore chimico. A livello camerale comincia anche a definirsi una piattaforma provinciale di lotta che, dai problemi dell'assetto territoriale, della localizzazione industriale, della politica edilizia che sono al centro della Legge Speciale per Venezia, dovrebbe investire i processi di ristrutturazione « interni » delle fabbriche di Marghera e del ciclo chimico in modo particolare. Que sta piattaforma è oggi alla discussione dei sindacati e costituisce la condizione necessaria di qualsiasi seria ipotesi di rilancio della lotta a Marghera. Proprio nella misura, intanto, in cui il contratto non poteva costituire una valida base di lotta ai processi di ristrutturazione, fin dall'inizio del '73 ripartono al Petrolchimico le richieste di organico, di qualifica, contestazioni delle condizioni ambientali , scioperi' di reparto. Nei reparti del Petrolchimico 2 dove l'organico è stato studiato all'osso, le richieste di aumento massiccio dell'organico sono le più pressanti. Ai reparti TDI, dove si sono verificate le famose fughe di fosgene che hanno intossicato decine di operai, gli scioperi si sono susseguiti ininterrottamente. Generalizzate sono anche le richieste di passaggi di qualifica. Una tale situazione di 243 Biblioteca Gino Bianco

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