di orario. Ma la discussione, che pure si era accesa nella CGIL, di andare ad una impostazione nuova del problema normativo, inserendolo nel contesto specifico della ristrutturazione, non viene neppure pubblicizzata. Ciò non fa che dare spazio e credibilità maggiore alla impostazione della UILCID. Nel dibattito che si apre a Marghera immediatamente dopo la presentazione delle piattaforme contrattuali queste riserve e queste critiche emergono, anche se confusamente. Sui temi fondamentali della ristrutturazione, la piattaforma resta elusiva. In una situazione come quella del Petrolchimico dove si proviene da una contrattazione delle qualifiche che ha interessato oltre il 50% degli addetti, senza che sia stato possibile realizzare su questo tema una lotta di massa, su obiettivi omogenei, il « principio » della scala unica rimane necessariamente vago. Esistono nel ciclo « fasce » omogenee che vanno aggregate. Esistono problemi che riguardano la composizione delle stesse categorie impiegatizie. L'essenziale non è la « scala qnica », bensl l'operare scelte precise di aggregazione di strati di classe, e a tutti i livelli dell'organico. Il discorso normativo è assolutamente ambiguo. La richiesta di una sua revisione, sul piano politico, era fortissima. Si trattava di andare verso la liquidazione della logica incentivante insita negli attuali istituti normativi. Si è scelta la strada opposta, di aggravare tale logica, sulla base del suo modello: la normativa impiegatizia. Anche la parte riguardante gli appalti risultava generica, « importata » dalle esperienze metalmeccaniche, e, soprattutto, non investiva i processi di ristrutturazione interni alle imprese. Sul piano dell'unità della lotta, queste contraddizioni si riflettevano in crescenti fenomeni di divisione tra operai ed impiegati, tra giornalieri e .turnisti. Gli impiegati non ritrovavano all'interno della piattaforma alcun obiettivo significativo. Il loro « status » era addirittura assunto come parametro per quanto concerne la normativa, - e la classificazione unica manteneva intatte le divisioni esistenti all'interno della loro categoria. Vi furono, al momento della discussione della piattaforma, alcune riunioni per discutere appunto il ruolo che gli obiettivi delle categorie impiegatizie avrebbero dovuto svolgere nella lotta . Da queste riunioni emersero una serie di richieste tutt'altro che «corporative»: corsi di riqualificazione e definizione dell'orario in funzione di quest 'obiettivo, abolizione della I Super Impiegati (introdotta nel '66), completa ridefinizione delle declaratorie. Questi obiettivi , avrebbero potuto organicamente inserirsi in una piattaforma contrattuale centrata su: scala unica fonBibliJt'Jca Gino Bianco
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