ghese e della stessa classe dirigente, cioè ha disvelato come lo stadio .cli sottoutilizzo e cli degradazione a cui era stata portata l'istituzione fosse la versione attuale del legame fra scuola e interessi del capitale. Tale crisi sarebbe stata ricomponibile nel sistema e le contraddizioni sarebbero state alla fine isolate e tamponate, una volta esaurita l'esplosione del '68, se il movimento degli studenti non avesse individuato il giusto obiettivo verso il quale mantenere costante la mobilitazione, cioè riportare la parte delle contraddizioni segregate nella scuola al complesso delle contraddizioni proprie del mercato della forza-lavoro. È grazie a questa linea cli lotta che a Milano gli studenti non hanno perduto in questi anni la loro forza di massa. La parola d'ordine della mobilitazione diritto al lavoro diritto allo studio pone con chiarezza l'ant agonismo nell'istituzione scuola come parte inscindibile dell 'antagonismo della classe operaia. Ed è per questo soprattutto - sarebbe inutile dirlo - che la repressione ha stabilito a Milano il suo epicentro. A Milano inoltre, dove, appunto per le lotte degli studenti, sono venute maturando nel corpo docente formatosi in questi anni posizioni politico-culturali sempre più indipendenti e critiche nei confronti del conservatorismo borghese. A Milano infine, dove la borghesia finanziaria e industriale ha dimos trato anche troppo cli saper utilizzare ogni mezzo e di allearsi a chiunque per rompere il fronte di opposizione alle sue scelte e ai suoi privilegi. Scelta fin dal 1964-65 la strada della rendita e dell'esportazione dei capitali - come adeguata alla conservazione -anzi all'esaltazione della capacità riproduttiva della proprio ricchezza, -senza il rischio economico degli investimenti produttivi generatori di occupazione ed il rischio politico che per la minore emargina2ione delle forze produttive ne deriverebbe - , la borghesia milanese tende, per cosl dire, a « difendere » la crisi economica anche -sposando l'autoritarismo cli Stato, suscitando e utilizzando forme di rigurgito fascista. Cosl, circa la scuola, la borghesia milanese e na2ionale deve porre la questione del controllo politico in sé, come ·pura e semplice riaffermazione dell'istituzione in quanto tale, apparato autoritario dello Stato, e non può nemmeno camuffare, come invece è successo in altri paesi, la perpetuazione del potere di classe s ulla scuola con un procedimento « riformistico » capace cli assegnare ad essa un ruolo di servizio aggiornato ai nuovi livelli dell'espansione capitalistica. Nella presente congiuntura, tale riafferma2ione significa, per il potere politico ed economico, assumere diretJamente il potere dentro l'università senza la mediazione dei « dele203 Biblioteca Gino Bianco
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